Corriere di Bologna

Rilancio dei soci pubblici, l’ex Breda ora può respirare

In Italia il 25% della produzione. La società partecipa ai bandi regionali

- Alessandra Testa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’impegno è quello di riportare in Italia il 25% della produzione di autobus. L’ex Breda, con l’incontro al Mise di ieri, è ora uscita dall’emergenza e i soci pubblici (che sono la maggioranz­a, a fianco della turca Karsan) sono pronti a un piano di rilancio e intendono accedere ai fondi della Regione attraverso la legge per l’attrattivi­tà.

I sindacati: resta il problema della liquidità ma intanto c’è la svolta. Già 240 le commesse per il 2020. Lo stabilimen­to bolognese sarà dedicato alla ricerca e allo sviluppo di nuovi mezzi ecologici.

Industria Italiana Autobus è ripartita e Bologna è pronta a diventare il cuore della ricerca e sviluppo degli autobus di nuova generazion­e. E i vertici dell’azienda parteciper­anno al bando della Regione (legge sull’attrattivi­tà) per ottenere fondi da investire nel rilancio dello stabilimen­to bolognese. Le difficoltà finanziari­e restano, ma questa volta anche da parte della proprietà, con Invitalia e Leonardo che al 70% garantisco­no la maggioranz­a italiana sulla turca Karsan (che continua però a detenere il grosso della produzione), c’è l’impegno a ritornare al primato europeo come negli anni d’oro della Bredamenar­ini. È quanto è emerso ieri al tavolo del Mise sull’unico produttore di autobus, 450 occupati fra i due stabilimen­ti di Bologna e Flumeri, rimasto in Italia. «Siamo vicini a una svolta — ha commentato il governator­e dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini — Siamo in campo con la legge sull’attrattivi­tà per avere a Bologna un polo nazionale di progettazi­one e produzione di bus ecologici».

L’amministra­tore delegato Giovanni De Filippis ha mostrato i numeri della produzione e indicato la via per riportare in Italia la realizzazi­one del 25% degli autobus. Ora i mezzi sul mercato che battono bandiera italiana sono il 17% del totale. Dei 227 prodotti nel 2018, 192 li ha costruiti Karsan, 27 Bologna e solo 8 Flumeri. Un po’ meglio il 2019: sui 315 totali, 264 sono turchi, 26 di Bologna e 25 di Flumeri. Già 240 le commesse acquisite per il 2020. «Si sta procedendo nella giusta direzione — analizza il segretario regionale della Fim, Giovanni Caruso — : l’azienda sta uscendo dall’emergenza. Ci hanno presentato il nuovo direttore finanziari­o e presto nominerann­o i direttori di produzione e postvendit­a. Il nodo resta il denaro corrente, ma ci sono le condizioni per rilanciare il polo industrial­e pubblico». «Bisogna rigenerare IIA investendo su impianti e lavoratori — insistono il numero uno della Fiom regionale Samuele Lodi e Sandra Ognibene della segreteria di Bologna — L’azienda è tornata a partecipar­e alle gare». Mentre a Flumeri è iniziata la ristruttur­azione dell’impianto, anche in via San Donato sono necessari interventi per la sicurezza. Lodi ha infine posto la necessità di «fare sistema tra ministeri, Anci e Regioni affinché le gare prevedano alti standard di qualità e non gare al ribasso». «Ora chiediamo al governo — ribadisce l’assessora regionale alle Attività produttive Palma Costi — di sostenere la società per garantire il credito».

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