Rilancio dei soci pubblici, l’ex Breda ora può respirare
In Italia il 25% della produzione. La società partecipa ai bandi regionali
L’impegno è quello di riportare in Italia il 25% della produzione di autobus. L’ex Breda, con l’incontro al Mise di ieri, è ora uscita dall’emergenza e i soci pubblici (che sono la maggioranza, a fianco della turca Karsan) sono pronti a un piano di rilancio e intendono accedere ai fondi della Regione attraverso la legge per l’attrattività.
I sindacati: resta il problema della liquidità ma intanto c’è la svolta. Già 240 le commesse per il 2020. Lo stabilimento bolognese sarà dedicato alla ricerca e allo sviluppo di nuovi mezzi ecologici.
Industria Italiana Autobus è ripartita e Bologna è pronta a diventare il cuore della ricerca e sviluppo degli autobus di nuova generazione. E i vertici dell’azienda parteciperanno al bando della Regione (legge sull’attrattività) per ottenere fondi da investire nel rilancio dello stabilimento bolognese. Le difficoltà finanziarie restano, ma questa volta anche da parte della proprietà, con Invitalia e Leonardo che al 70% garantiscono la maggioranza italiana sulla turca Karsan (che continua però a detenere il grosso della produzione), c’è l’impegno a ritornare al primato europeo come negli anni d’oro della Bredamenarini. È quanto è emerso ieri al tavolo del Mise sull’unico produttore di autobus, 450 occupati fra i due stabilimenti di Bologna e Flumeri, rimasto in Italia. «Siamo vicini a una svolta — ha commentato il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini — Siamo in campo con la legge sull’attrattività per avere a Bologna un polo nazionale di progettazione e produzione di bus ecologici».
L’amministratore delegato Giovanni De Filippis ha mostrato i numeri della produzione e indicato la via per riportare in Italia la realizzazione del 25% degli autobus. Ora i mezzi sul mercato che battono bandiera italiana sono il 17% del totale. Dei 227 prodotti nel 2018, 192 li ha costruiti Karsan, 27 Bologna e solo 8 Flumeri. Un po’ meglio il 2019: sui 315 totali, 264 sono turchi, 26 di Bologna e 25 di Flumeri. Già 240 le commesse acquisite per il 2020. «Si sta procedendo nella giusta direzione — analizza il segretario regionale della Fim, Giovanni Caruso — : l’azienda sta uscendo dall’emergenza. Ci hanno presentato il nuovo direttore finanziario e presto nomineranno i direttori di produzione e postvendita. Il nodo resta il denaro corrente, ma ci sono le condizioni per rilanciare il polo industriale pubblico». «Bisogna rigenerare IIA investendo su impianti e lavoratori — insistono il numero uno della Fiom regionale Samuele Lodi e Sandra Ognibene della segreteria di Bologna — L’azienda è tornata a partecipare alle gare». Mentre a Flumeri è iniziata la ristrutturazione dell’impianto, anche in via San Donato sono necessari interventi per la sicurezza. Lodi ha infine posto la necessità di «fare sistema tra ministeri, Anci e Regioni affinché le gare prevedano alti standard di qualità e non gare al ribasso». «Ora chiediamo al governo — ribadisce l’assessora regionale alle Attività produttive Palma Costi — di sostenere la società per garantire il credito».