Chat, droghe alcol e amici Il mondo difficile dell’adolescenza
Dossier di Nomisma su 21.453 studenti tra 11 e 19 anni. Pillati: dobbiamo avvicinarli
Amano molto Bologna, più di quanto la amino i loro genitori. Mettono l’amicizia in cima alla lista delle priorità, ma non si ritrovano nei luoghi «tradizionali», perché per loro anche la tecnologia è un «luogo» dove incontrarsi. Ammettono di assumere droghe e alcol, e di giocare d’azzardo. I loro genitori? Tendenzialmente sanno pochissimo di loro. È questo il quadro che emerge dall’indagine che Nomisma, su commissione del Comune, ha realizzato su 21.453 studenti tra gli 11 e i 19 anni.
Amano molto la loro città, più di quanto la amino i loro genitori. Mettono l’amicizia in cima alla lista delle loro priorità, ma non si ritrovano nei luoghi «tradizionali», perché per loro anche la tecnologia è un «luogo» dove incontrarsi e scambiarsi esperienze. Ammettono di assumere droghe e alcol, ma anche di giocare d’azzardo. I loro genitori? Tendenzialmente sanno pochissimo di loro. È questo il quadro che emerge dall’indagine che Nomisma, su commissione di Palazzo d’Accursio, ha realizzato su 21.453 studenti tra gli 11 e i 19 anni delle scuole di Bologna: 8.197 delle medie e 13.256 delle superiori. Ma ai questionari hanno anche risposto i loro genitori: 5.676 le famiglie che hanno partecipato.
Dall’indagine di Nomisma, voluta dall’amministrazione per dare «sostanza» al suo Piano adolescenza, emergono luci e ombre sui giovani bolognesi (sono 27.391 quelli residenti in città e 52.846 quelli residenti nei Comuni della provincia) e sulle loro abitudini. Tra gli aspetti che l’amministratore di Nomisma, Luca Dondi, definisce «oggettivamente preoccupanti» c’è quello dell’uso di sostanze pericolose: il 57% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni ammette di assumere alcol e droghe e il 25% di questi dice di farlo «abbastanza o molto di frequente». La percentuale scende nei ragazzi delle medie, ma comunque anche tra di loro l’uso di sostanze pericolose è dichiarato dall’11%. Il 42% degli studenti delle superiori ha viaggiato su un mezzo guidato in modo spericolato e il 23% ha ammesso di aver giocato d’azzardo, attività che vede coinvolto anche il 17% dei ragazzini delle scuole medie.
Di certo lo studio «suggerisce» ad amministrazione e soggetti che lavorano con i ragazzi le politiche idonee per gli adolescenti. Ma obbliga anche a entrare nel loro mondo per conoscerlo meglio e non attuare progetti a cui i giovani non sono interessati. Perché questi giovani mettono al centro della loro vita l’amicizia, ma gli amici non li incontrano nei luoghi «tradizionali»: biblioteche o centri giovanili non hanno appeal per loro, ma amano giardini e piazze. E, se proprio devono scegliere, prediligono la «piazza» tecnologica che è vista come un mezzo per incontrarsi, parlare, anche conoscersi: il 49% dei ragazzi delle superiori e il 38% di quelli delle medie ammettono di aver conosciuto persone «incontrate» prima in Rete. Social, chat e videogiochi restano il loro post scuola preferito insieme a musica e sport: è connesso il 98% degli studenti delle medie e il 99% dei 1519enni. «Questi dati — ha ammesso ieri la vicesindaco Marilena Pillati — ci fanno riflettere sul fatto che non basta creare un luogo e avere masse di giovani che ci entrano, dobbiamo chiederci come motivarli a entrare, oppure come entrare nei luoghi virtuali o reali che i giovani frequentano. Abbiamo molto lavoro da fare e questo studio adesso è uno strumento prezioso che regaliamo a tutti quei soggetti che lavorano con gli adolescenti.