Le autorità religiose e il lungo abbraccio alla comunità ebraica
Bologna si stringe alla comunità ebraica nel giorno più importante dell’anno, lo Yom Kippur, per commemorare le due vittime dell’attentato contro la sinagoga di Halle di martedì . Tutte le autorità, religiose con il cardinale Zuppi e il presidente della comunità musulmana Yassine Lafram, e istituzionali con il sindaco Virginio Merola accompagnato da alcuni assessori, hanno accolto l’invito del rabbino Alberto Sermoneta. «I nostri fratelli tedeschi sono stati attaccati da un criminale nazista. Dobbiamo condannare il nazismo e l’antisemitismo attraverso la conoscenza della storia, contro l’indifferenza che ha partorito le leggi razziali di 80 anni fa», ha detto Daniele De Paz, presidente della comunità ebraica. Gli fa eco il rabbino Sermoneta:«È impensabile che chi è riunito in un luogo sacro come una sinagoga possa essere oltraggiato da gente che odia l’essere umano».
Rispetto e conoscenza sono al centro del dialogo tra religioni: «Bologna può essere definita un’isola felice. Tutti noi, da sua eminenza monsignor Zuppi a Yassine ci incontriamo spesso per dialogare. La pace si realizza attraverso il dialogo», conclude Sermoneta. Una necessità condivisa anche da Lafram e dal Zuppi. Il sindaco ha ribadito che «non c’è spazio a Bologna per qualsiasi forma fascismo, nazismo e antisemitismo. Proibirò tutte le manifestazioni che riprendano queste idee criminali». E lancia una proposta ai rappresentanti delle comunità religiose: «Metterò a disposizione un budget per un corso di storia su questi temi nelle nostre scuole superiori. Vi chiedo di far comprendere a tutti che la situazione è pericolosa».