Corriere di Bologna

«Con il Real volevo giocare Sinisa è davvero speciale Vorrei ancora i trequartis­ti»

- Alessandro Mossini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lajos Detari, che effetto le ha fatto tornare a Bologna?

«È stata una serata bellissima, riuscita. E io sono stato davvero molto contento di tornare in città. Però..».

Lo ha già detto in campo: avrebbe voluto giocare. Era serio, quindi: non scherzava.

«È un peccato che alcuni di noi non abbiano avuto la possibilit­à di giocare con il Real, anche solo 15 minuti. Però, è stata una serata da ricordare».

Prima della sfida delle Leggende, sul tabellone dello stadio è passato il messaggio di Sinisa Mihajlovic.

«Mi auguro che vada tutto bene, perché lui è molto importante per Bologna e si vede quanto tutti gli vogliano bene. Come allenatore e come uomo è una figura speciale: spero che tutto vada per il meglio”.

Quanto pesa per una squadra non avere il proprio allenatore?

«Averlo ogni giorno al campo o nei 90 minuti della partita fa differenza, inutile nasconderl­o. Conosciamo la situazione: mi auguro che Sinisa guarisca e torni presto in panchina».

Riesce a seguire il Bologna anche dall’Ungheria?

«Sì, a casa posso vedere tutte le partite e seguo sempre il Bologna. Mi pare che finora la squadra abbia fatto bene in queste sette partite, ottenendo vittorie importanti e un buon pareggio contro la Lazio. La serie A è molto dura, ogni punto va conquistat­o».

C’è un giocatore di questo Bologna che le ricorda Lajos Detari?

«Il calcio è cambiato: rispetto ai miei tempi ora il numero 10 non c’è più. Non c’è più un Del Piero o un Baggio, trequartis­ti che potevano fare la differenza in ogni momento. Così il gioco diventa troppo tattico e le squadre abusano del possesso palla: c’è molto meno spazio per la fantasia».

È Orsolini l’uomo più fantasioso del Bologna attuale?

«Lui è bravo, ma da solo non può fare nulla. Deve avere una squadra molto forte alle sua spalle, così può diventare un grande giocatore»

Nel 2019 dove giocherebb­e Lajos Detari? La dirottereb­bero in fascia?

«Probabilme­nte mi troverei bene nell’assetto della Juve di Maurizio Sarri, con due punte e un uomo alle spalle: quella posizione è simile a quella in cui giocavo io, da numero 10».

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