«Al Dall’Ara batte il cuore Se mi rivedo in Orsolini? Lui sa anche difendere..»
Tomas Locatelli, com’è stato tornare a giocare titolare al Dall’Ara per una notte?
«Quando calpesti quell’erba, non può che essere una serata positiva. Avevo le palpitazioni quando sono entrato in campo, perché rivivere certe emozioni è il sogno di tutti. Anzi, siamo stati fortunati a viverle. Poi è chiaro: mi hanno sostituito dopo mezz’ora quindi voglio l’incontro col presidente e, visto quanto accaduto in questi giorni, i mister sono a rischio esonero (ride, ndr)».
Prima di Bologna-Real Madrid c’è stato il messaggio di Mihajlovic.
«È stato molto toccante, in tanti avevamo la pelle d’oca: siamo vicini al mister, sappiamo che partita sta giocando ed è la più importante. Gli auguriamo di poter tornare il Sinisa che tutti conosciamo, ma come abbiamo visto anche in questi momenti resta il guerriero di sempre».
Da fuori, invece, come le sembra il Bologna di quest’anno?
«Mi piace. Abbiamo una società con una base incredibile e possiamo pensare, con il tempo, di raggiungere i traguardi che questa città e questa tifoseria meritano».
Dove può arrivare il Bologna?
«Può stare nella parte sinistra della classifica, che sarebbe il traguardo di un buon campionato. I presupposti sono decisamente buoni».
Locatelli era un mancino che partiva da destra, si accentrava e calciava. Si rivede guardando Orsolini?
«Orsolini sta facendo molto bene, mi piace molto. Lui poi, a differenza mia, sa anche fare la fase difensiva perciò merita una lode in più. Penso che abbia tutte le carte in regola per fare cose egregie».
Ci sono altri giocatori, a parte il numero 7 rossoblù, che le ricordano il suo modo di giocare?
«Non ci sono tantissimi trequartisti che giocano con regolarità. È una figura che va un po’ scomparendo ed è un peccato, perché erano quei giocatori che instauravano con il pubblico un rapporto di odio e amore».
Ora i trequartisti giocano spesso all’ala, da esterni. Pensi se ci avessero provato ai suoi tempi…
«Ci hanno provato, eccome se ci hanno provato. Ma non ci sono mai riusciti…».