Corriere di Bologna

La tragica fine di Luca accoltella­to a morte nell’isola che amava Fermato dipendente

- Margherita Grassi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Insegno ai bambini ad amare l’ambiente». È Luca Aldrovandi che parla, in un video che sta circolando in queste ore. Una sorta di “testamento ecologista”. Ogni venerdì, sull’isola indonesian­a di Pulau Weh, il 52enne reggiano portava i ragazzini delle elementari a pulire le spiagge dalla plastica. È stato ucciso, Aldrovandi: accoltella­to a morte nella cucina del bungalow in cui viveva e a pochi metri dal ristorante che gestiva, il Bixio, così chiamato perché in quei luoghi si dice sia morto uno dei protagonis­ti del Risorgimen­to italiano. Due persone sono state fermate per il delitto scoperto alle 8 di giovedì ora locale: due dipendenti di Aldrovandi. E i sospetti della polizia di Sabang stanno ricadendo in particolar­e su uno, bloccato mentre era in viaggio verso il suo paese natale a Sumatra. Si pensa a una lite degenerata, ma non è esclusa la premeditaz­ione a causa di vecchi dissapori.

L’ambasciata italiana a Giacarta, in costante contatto con la Farnesina, sta seguendo «con la massima attenzione il caso». Amante della natura e dei viaggi, oltre 10 anni fa Aldrovandi, originario di Guastalla, si era innamorato dell’isola e di una delle sue abitanti, Eva, che aveva sposato e da cui aveva avuto una figlia 9 anni fa. La moglie era nel reggiano a casa di una delle sorelle di Luca quando è arrivata la notizia, ed è immediatam­ente partita per l’Indonesia. Alla bambina, che frequenta la scuola a Guastalla, è stato detto della morte del padre. La piccola si trova con la zia Massimilia­na, che dice: «Stiamo aspettando, non sappiamo nulla».

Le indagini sono serrate. Pare che la porta del bungalow fosse chiusa. Dentro sono stati trovati due coltelli, uno forse è l’arma del delitto. Aldrovandi sarebbe tornato a Guastalla per Natale. Il sindaco Camilla Verona, si dice «vicina alla famiglia e disponibil­e ad un supporto per qualsiasi pratica burocratic­a, a cominciare dal rimpatrio della salma». L’isola è un luogo bellissimo e complicato, dove il dialogo non è sempre scontato e che sta vivendo da anni una grande tensione. Aldrovandi si era convertito per sposare Eva, ma non era praticante. «Era un pacifista, libero e spirituale» dice il medico e scrittore reggiano Stefano Dallari, che a Pasqua era stato un mese sull’isola e aveva documentat­o l’attività ecologista di Luca. Un anno fa Aldrovandi aveva realizzato un documentar­io sui gorilla con lo sceneggiat­ore Folco Terzani, che ieri ha scritto: «Sono profondame­nte triste».

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Di Reggio Luca Aldrovandi, 52 anni

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