La divina Zakharova balla d’«Amore»
«Musica insieme» inaugura la stagione al Manzoni
Èun vero beniamino del pubblico di «Musica insieme» Alexander Romanovsky, fin da quando si esibì nella rassegna di musica da camera fresco del trionfo a soli 17 anni allo stellare concorso «Busoni» di Bolzano. Per questo legame, consolidato nel tempo, a lui è affidata l’inaugurazione della nuova stagione dell’associazione bolognese, domani all’auditorium Manzoni alle 20.30 (biglietti da 60 a 10 euro, a seconda dei settori, con riduzioni varie: info www.musicainsiemebologna.it). Nato nel 1984 in Ucraina, ha studiato dall’età di tredici anni all’Accademia pianistica di Imola, per poi affermarsi, dopo la vittoria al «Busoni», come uno dei migliori solisti, ricercato da direttori come Spivakov, Gergiev, Pappano, Noseda, con un curriculum che vanta la collaborazione con importanti orchestre di tutto il mondo e varie incisioni dedicate al grande repertorio pianistico ottocentesco.
La serata per «Musica Insieme» sarà di grande fascino, data la sua capacità di risolvere ogni virtuosismo pianistico con una sprezzatura che fa apparire il suono e la consequenzialità delle note «naturali», in esecuzioni sempre avvolgenti. Il programma comprende i 24 studi per pianoforte di Chopin, alternati con opere coeve dello stesso autore, in una interessante monografia con contestualizzazione. Ai «Dodici studi op. 10» saranno avvicinati i «Tre notturni op. 9»; ai «Dodici studi op. 25» le «Quattro mazurche op. 24». Opera giovanile i primi studi, scritti tra il 1830 e il 1832, pubblicati nel 1833 con una dedica a Listz, offrono ognuno una difficoltà diversa al pianista, mettendone alla prova le capacità con uno stile che quasi vuole gareggiare con i virtuosismi violinistici di Paganini, sempre con un occhio alla cantabilità. I «Tre notturni» sono i primi di questo genere romanticissimo del musicista polacco, composti appena prima degli «Studi op. 10».
Di qualche anno dopo sono le «Quattro mazurche» (pubblicate nel 1835) e la seconda serie di «Dodici studi» (pubblicati nel 1837), legati da vincoli tonali, tranne gli ultimi due, basati, per lo più, su un’unica idea tematica e un’unica difficoltà tecnica, che si trasfigura sempre in musica. Romanovsky si è formato a Imola con Leonid Margarius, che considera come la figura più influente della sua vita musicale. Oltre ad essere un apprezzatissimo concertista è uno stimato didatta, che si dedica con passione alla scoperta e formazione di giovani talenti. È direttore artistico del concorso internazionale per giovani pianisti intitolato a Vladimir Krainev, grande didatta e interprete russo.