D’Errico, una donna al vertice dell’Ordine degli avvocati
Trent’anni dopo la prima donna alla guida dell’Ordine, gli avvocati bolognesi hanno eletto nei giorni scorsi Elisabetta D’Errico nuova presidente, seconda donna, dunque, a ricoprire questa carica dal 1874 e prima donna penalista. Cinquantotto anni, da 25 nell’avvocatura, è stata presidente della Camera penale dal 2008 al 2012. Ha ottenuto il 51% delle preferenze. Succede alla presidenza dell’Ordine a Giovanni Berti Arnoaldi Veli.
Presidente, quali sono i punti principali del programma?
«Sono quelli indicati dalla lista in cui abbiamo lavorato insieme tra consiglieri uscenti, nuovi candidati e rappresentanti delle maggiori associazioni forensi. Sicuramente la tutela dei diritti, del diritto alla difesa, la salvaguardia della giurisdizione e del giusto processo. Ma è necessario anche un impegno sul piano della deontologia, della formazione, dello sviluppo di opportunità per gli avvocati, penso ad esempio alla curatela. Ci sono tanti aspetti su cui bisogna lavorare».
La sede del Tribunale di via Farini è troppo piccola, a che punto è il trasferimento nell’ex maternità di via d’Azeglio?
«Il trasferimento degli uffici, temporaneamente nell’ex maternità e poi nella Staveco, è uno dei punti su cui non molleremo la presa, uno dei problemi principali per noi in questo momento. Non abbiamo tempi certi, ma la prossima settimana ci sarà la Conferenza permanente per il funzionamento degli uffici giudiziari, mi auguro che il termine di fine 2019 inizio 2020 per il polo penale in via d’Azeglio sia rispettato».
A che punto è Bologna con il processo telematico?
«Per quanto riguarda il civile siamo una delle prime città ad averlo adottato e siamo all’avanguardia, anche nella giustizia amministrativa funziona. Nel penale c’è strada da fare. Abbiamo fatto dei passi avanti, con il rilascio telematico delle attestazioni ex art. 335 (istanza per conoscere iscrizione nel registro degli indagati, ndr) e l’apertura dell’ufficio 415 bis in Procura per la consultazione telematica dei fascicoli di indagine. Ma il funzionamento della giustizia penale è più complesso e c’è ancora molto da fare».