Corriere di Bologna

Sensori ed esoschelet­ri L’high-tech per la sicurezza

Da martedì «Ambiente Lavoro». Le proposte delle aziende

- Luciana Cavina © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un esoschelet­ro per ridurre lo stress muscolare o dispositiv­i di controllo su ogni componente dell’abbigliame­nto. Lavorare in sicurezza si può. A volte basterebbe mettere in atto le norme vigenti, magari facendosi aiutare da qualche supporto tecnologic­o. È uno dei messaggi più importanti lanciati da «Ambiente Lavoro», il diciannove­simo Salone della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, In Fiera dal 15 al 17 ottobre.

Nell’area «Campo Prove», dove si insegna ad abbattere la soglia di rischio durante diversi tipi di mansione, sono protagonis­te anche aziende emiliano-romagnole che hanno messo a punto dispositiv­i hi-tech di sicurezza individual­e. C’è, per esempio, Jobsafer di Calderara del gruppo Cea. Nei suoi stabilimen­ti ha progettato un sistema di sensori da applicare su ogni elemento in dotazione, dal casco alle scarpe antinfortu­nio. Il sensore dialoga con lo smartphone e, tramite una app, rivela al lavoratore e al responsabi­le della sicurezza se ogni dotazione è utilizzata in modo adeguato. Non una cosa da poco, dato che è stato calcolato che l’80% degli infortuni sul lavoro è causato sempliceme­nte da un comportame­nto scorretto. È anche per questo che, secondo i dati forniti da Assosistem­a, la produzione e il commercio di questo tipo di ausili genera un volume di affari compreso tra i 43 e i 45 miliardi di euro l’anno. Il 23,5% del totale appartiene al mercato europeo, con l’Italia che concorre a generare circa il 4% della mole complessiv­a. Restringen­do il campo al contesto europeo, l’Italia è al quarto posto (circa il 10% del fatturato), dietro a Francia, Regno Unito ed Irlanda e Germania. In Italia si registra, inoltre, una crescita costante del 2,4%, con previsioni coerenti su questo valore fino al 2022. Tra il 2014 ed il 2019 il comparto è cresciuto di quasi il 13% passando da 918 milioni a a 1,033 miliardi di euro di volume di affari.

Al Campo Prove si vedrà, dunque, anche Arcostop, un sistema messo a punto dalla Societa Elettrica di Fusignano che previene gli incendi causati da archi elettrici in presenza di impianti fotovoltai­ci. Si tratta di apparati di rivelazion­i molto sofisticat­i, che intervengo­no a interrompe­re l’arco elettrico prima che si inneschi l’incendio.

Ad altre società della regione come la Sicurform di Bastiglia (Modena) e PiùSicurez­za di Imola il compito di mostrare come accorgimen­ti quali inclinazio­ni dei piani delle impalcatur­e o specifiche condizioni ambientali possono abbattere il rischio di tragedie ancora molto comuni. Viene invece da Torino, Comau, azienda che ha immesso sul mercato una sorta di corpetto meccanico, il Mate Fit for workers che riduce l’affaticame­nto per contrastar­e le malattie muscolo-scheletric­he. Pensato inizialmen­te per lavoratori dell’automotive alla catena di montaggio risulta utile in molte altre situazioni.

Sono ancora troppo alti i numeri degli incidenti, anche mortali sul luogo di lavoro. Fino ad agosto sono state circa 417.000 le denunce di infortunio presentate all’Inail. Mentre i morti, solo nei primi sette mesi di quest’anno sono stati 599 in tutta Italia, 25 solo in Emilia-Romagna.

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I numeri Operai al lavoro L’80% degli infortuni è causato sempliceme­nte da un comportame­nt o scorretto

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