Operaie e sportive, le pioniere del calcio femminile
Il libro Questa sera al LabOratorio di San Filippo Neri, Stefano Massimi presenta il suo ultimo romanzo «Ladies Football Club»
Si ritrovano, per caso, con una palla, durante una pausa del lavoro. Sono 11 operaie di una fabbrica di munizioni. Inghilterra, Prima guerra mondiale, i mariti al fronte. Per passione, per rivincita, perché mai le hanno fatte giocare, quella palla iniziano a prenderla a calci. Così faranno in tutte le pause. Arriva una prima sfida, per beneficenza, contro una raccogliticcia, debole compagine maschile: lo scandalo è grande, la vittoria indiscutibile.
Poi altre partite, in crescendo fino alla fine della guerra e al ritorno degli eroi, e dei calciatori veri. La squadra sarà smantellata. Lo sforzo di resistere alle perplessità, alle derisioni, sarà stato vano. Forse.
Stefano Massini questa sera al LabOratorio di San Filippo Neri, in via Manzoni, racconta il suo ultimo romanzo, Ladies Football Club, pubblicato da Mondadori. Come Lehman Trilogy, suo famoso testo teatrale, è scritto in versi che corrono alla lettura come prosa ma con un tono epico, ironico e giocoso, che rende ogni scena memorabile.
In questo volume, lo scrittore mostra la voglia di evadere da pregiudizi duri a morire di undici ragazze, dipinte in modo vivissimo, la figlia del pastore, quella che si crede Jeanne D’Arc, la socialista, quella che trema ad apparire, quella che giocava di nascosto alle partite di calcio con i santini della madre.
Ci racconta Massini: «Attraverso le mie storie cerco di toccare il presente ricorrendo al passato. Questa vicenda del calcio femminile rappresenta un cortocircuito. Le protagoniste sono donne che vanno contro la consuetudine, la normalità che dice che al calcio debbano giocare gli uomini. Con l’assenza di mariti e fratelli per la guerra si ricavano un ripostiglio per la loro passione, che è considerata una specie di bestemmia in chiesa».
Il nome del club e vari dettagli sono di fantasia, ma sono basati sulla storia vera del «Dick, Kerr’s Ladies Football Club», il primo a disputare partire anche all’estero. Continua: «La trama per me è un pretesto per creare personaggi, undici donne, ognuna guidata da una sua passione, con il calcio come catalizzatore. Ci si dimentica che questo gioco è uno degli sport più semplici. Basta aggrovigliare stracci e farne una palla. È facile concentrare nel pallone quello che non ti va, e prenderlo a pedate. Oggi nel calcio circola molto denaro. Il football femminile nacque nelle fabbriche, contro il padrone. Oggi è lo sport dei padroni delle fabbriche, Agnelli, Berlusconi». Del testo leggerà solo alcune parti: questa sera, come sempre, mostrerà le sue doti di affabulatore.