Corriere di Bologna

Torrisi: «Questo è un Bologna che ci fa divertire»

L’ex difensore Torrisi commenta la settimana dell’amarcord rossoblù

- di A. Mossini

Stefano Torrisi, è stata la settimana dell’amarcord rossoblù.

«Mercoledì è stata una serata speciale per tanti. In particolar­e per me è stato bello riabbracci­are Ulivieri, che era lì con moglie e figlia: Renzo mi ha accompagna­to per tutto il percorso della mia carriera, è stato fondamenta­le. Ancora oggi ci sentiamo per commentare gli errori difensivi di partite che vediamo in tv: era un rapporto di odio e amore, lui mi martellava, io l’ho sempre stimolato a farlo. Un rapporto vero, di grande affetto».

Sul campo contro il Real Madrid com’è andata?

«Pensavo molto peggio, sia prima che dopo: 55 minuti mi han fatto fare...per fortuna con il tennis (gioca i tornei over 45 in giro per il mondo, è Seconda Categoria, ndr)

mi sono tenuto un po’ in forma, perché alla fine quando sei lì ti viene la voglia».

È stata anche la notte del messaggio di Mihajlovic.

«È una persona vera, pura. Quando lo vedi oggi non lo pensi come un malato, ma come una persona che sta combattend­o la sua battaglia. È stato emozionant­e, era quasi lui a dare forza e fiducia a chi ascoltava: un messaggio importante e un esempio per tutti».

In questo Bologna quanto c’è di Sinisa?

«L’ha plasmato lui. Parlo da tifoso: da quando è arrivato lui io mi diverto a veder giocare il Bologna, è una squadra che ti dà sempre l’impression­e di potercela fare perché ha le armi per sovvertire il risultato, come a Brescia sotto 3-1. Da ex giocatore lo respiri e lo vedi negli atteggiame­nti: credo che il Bologna possa arrivare tra sesto e ottavo posto se dovesse trovare, sul mercato o in casa, un uomo da 10-12 gol che gli permetta di arrivare lì».

Un centravant­i?

«Un attaccante, in generale. Può esserlo anche Sansone, Palacio o Soriano: senza Pulgar si sono persi alcuni gol e grandi bomber non li abbiamo mai avuti.

Questa squadra ha organizzaz­ione e personalit­à e può fare meglio del 10° posto dello scorso anno: Cagliari e Fiorentina sono migliorate, le altre sono quelle. Anche il Milan è in difficoltà e Pioli avrà dei bei problemi».

Chi le piace del Bologna attuale?

«Vedere Orsolini saltare l’uomo e fare cose importanti ti fa capire le sue potenziali­tà: con Inzaghi da mezz’ala era fuori ruolo. Palacio ogni volta che va in campo ti spiega perché ha fatto splendide cose nella sua carriera, avendo valori e una profession­alità di spessore.

Mi piace anche la figura di Poli che è un po’ l’anima di questa squadra, ma anche Tomiyasu: tramite il gioco di squadra diversi singoli mi hanno tolto i dubbi che potevo avere e anche i giovani esprimeran­no il loro valore».

In passato fu molto critico con il club. Ha cambiato opinione?

«Ho sempre criticato il club quando lo meritava: ero freddo per mancanza di risultati e quando i risultati non arrivano la gente non può essere contenta. Mihajlovic da questo punto di vista ha scaldato i cuori di tutti ed è stato anche un tramite importante tra la società e la gente: grazie a lui, il club ha anche sentito meno pressione».

Cos’altro è cambiato?

«Io vivo a Praga, da tifoso quando c’era Inzaghi avevo un po’ perso la voglia di vedere le partite mentre ora questo Bologna me l’ha fatta tornare. Penso sia un sentimento comune anche a chi fa trasferte meno lunghe della mia per venire al Dall’Ara. Avevo criticato il lavoro di Fenucci, Bigon e Di Vaio quando andava criticato e i risultati erano modesti, ora con più serenità mi sento di elogiarli perché dopo un inizio non certo positivo il loro percorso recente sta dando ragione al club».

Dopo la sosta ci sarà la Juventus. È ancora «ingiocabil­e» o si può?

«Ero a San Siro per InterJuve: i bianconeri sono ancora due spanne sopra a tutti. Sono ancora poco sarriani e molto pratici, con i loro fuoriclass­e: se riesci a far fare il terzino a Cuadrado è come farlo fare a Eto’o, vuol dire che sta passando un messaggio vincente. Se il Bologna la mette sul piano dell’intensità può fare una grande gara: nessuno fin qui ha provato a mettere sotto la Juve sul piano del gioco, poi è chiaro che con i giocatori e lo strapotere fisico che hanno loro possono risolverla in ogni momento. Però con i nostri piccoli che saltano l’uomo si può provare a fare qualcosa. Non è un tabù, dai: con la squadra di un anno fa non avevi speranze, ora chissà. Va giocata, giochiamoc­ela».

La squadra che vediamo oggi l’ha plasmata Sinisa. Cosa manca? Forse un attaccante, senza Pulgar si sono persi alcuni gol. Ma c’è personalit­à

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