M5S: «C’è un veto su Bonaccini»
La vicepresidente della Camera, Spadoni: senza di lui disponibili a dialogare con il Pd
«Alle Regionali possiamo valutare qualcosa con il Pd, ma poniamo un veto su Bo- naccini». La vice presidente della Camera Maria Edera Spadoni detta la linea emersa nel M5S dopo Italia 5 Stelle. Una grana in più per il governatore, finito ieri nel mirino della sfidante Lucia Borgonzoni, che vuole un assessore alla Sicurezza e lo accusa di aver «copiato» la Lega su nidi e parcheggi gratis negli ospedali. Immediata la replica di Bonaccini: «Lei non ha ancora avanzato una sola proposta per l’Emilia-Romagna».
Sì al dialogo con il Pd in vista delle Regionali, ma a condizione che il presidente uscente Stefano Bonaccini ritiri la sua ricandidatura.
A questa posizione sono arrivati i parlamentari e i consiglieri regionali del M5S dell’Emilia-Romagna che domenica si sono riuniti a Napoli, dove il Movimento celebrava il decennale. A farsi portavoce della linea, di certo indigesta per il Pd, è la vice presidente della Camera, la reggiana Maria Edera Spadoni. «Nei mesi scorsi abbiamo fatto un’apertura alle realtà civiche del territorio disposte a sposare il nostro progetto, che passa dai temi dell’ambiente, di una riforma dei trasporti e della sanità — premette —. In questo senso a Napoli ci siamo riuniti per fare il punto sulle prossime elezioni Regionali nell’ottica di un cambiamento, stabilendo alcuni punti fissi».
Quali sono?
«Il primo è che ci presenteremo alle Regionali. Il secondo è che possiamo eventualmente valutare qualcosa con il Pd, ma poniamo un veto sulla candidatura di Bonaccini. Il terzo punto è la necessità di un incontro con il nostro leader politico Luigi Di Maio dopo le elezioni in Umbria. Una richiesta che è arrivata anche dai colleghi della Calabria».
Il vostro veto arriva a pochissimi giorni dalle dichiarazioni del segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti che non è disposto a rinunciare a Bonaccini.
«Il Pd farà le sue valutazioni interne, ma noi non siamo disposti ad accettare tutto a scatola chiusa, anche perché ci rivolgiamo a tutti quegli elettori non del Pd che non si riconoscono nella leghista Lucia Borgonzoni, una candidata poco preparata, come dimostra la gaffe sui confini dell’Emilia-Romagna».
Questa vostra posizione non rischia di far saltare ogni tipo di accordo? Il Pd dell’Emilia-Romagna è irremovibile sulla candidatura di Bonaccini.
«La posizione del Pd va chiesta al Pd. Noi portavoce dell’Emilia-Romagna abbiamo fatto una riflessione che dovrà essere allargata al nostro capo politico, e cioè che siamo disposti a sederci ad un tavolo a discutere, ma non con Bonaccini. Se per il Pd è troppo, lo deciderà il Pd».
Questa è la posizione del Movimento 5 Stelle dell’Emilia-Romagna, ora quindi la palla passa a Di Maio.
«Sì, ma anche lui è stato chiaro nel suo intervento di chiusura a Napoli, quando ha detto che non ci sarà nessun tipo di interlocuzione finché ci saranno candidati presidenti, come Vincenzo De Luca in Campania».
E questo ragionamento vale anche qui?
«Credo di sì. Da parte nostra c’è stata un’apertura verso le liste civiche dopo un voto sulla piattaforma Rousseau che ha anche stabilito che i candidati da individuare devono restare fuori dalle dinamiche di partito».
Quindi escludete un candidato sempre del Pd, anche se risultasse più in sintonia con voi?
«In questa fase tenderei a escluderlo, proprio per il voto su Rousseau che parla chiaro: noi appoggiamo una lista civica e un candidato civico».
Avete già un nome?
«È prematuro. Dobbiamo prima vedere se c’è la possibilità di portare avanti questo progetto, una interlocuzione che ancora non c’è stata».
A Napoli Di Maio ha parlato della nuova struttura di cui dovrà dotarsi il M5S. Ogni regione avrà tre referenti che saranno eletti sempre su Rousseau. Lei si candiderà?
«Non credo, i membri di governo e i presidenti di commissione non possono candidarsi, e quindi nemmeno io che sono vice presidente della Camera. Ma ovviamente darò sempre una mano al Movimento dell’Emilia, che può contare su tanti attivisti e portavoce che stanno facendo un lavoro straordinario».
” Siamo disposti a sederci a un tavolo a discutere, ma non con Bonaccini Se per il Pd è troppo, lo deciderà il Pd