A vedere la Fortitudo con i biglietti sospesi
Al PalaDozza due ospiti di Cucine popolari: si rinasce anche così
La prima volta dei biglietti sospesi. È successo domenica sera alla partita tra Fortitudo e Treviso. Ecco il racconto della serata.
«David Logan. È lui l’uomo pericoloso di Treviso. Se fossi coach Martino, giocherei a zona con una marcatura stretta su Logan». Gianluca non sta più nella pelle, si agita sul suo posto riservato al PalaDozza, curva Calori, per assistere al match della Fortitudo contro la squadra veneta. È uno degli ospiti speciali del match perché fa parte del primo gruppo di beneficiari dell’iniziativa «Biglietto sospeso» voluta dalla società e da Fortitudo per il sociale con la collaborazione delle cucine popolari di Roberto Morgantini. Il biglietto sospeso ha portato fortuna. La vittoria di domenica in campionato contro Treviso ha segnato anche un record di solidarietà tutto biancoblù: la Fortitudo è la prima società di basket in Italia a offrire biglietti omaggio a chi non può permetterseli.
«Ricordiamo a tutti che all’entrata si può effettuare una donazione nel salvadanaio per il biglietto sospeso», ricorda lo speaker del PalaDozza, prima del fischio d’inizio. Il palazzetto è infiammato, c’è il tutto esaurito e il tifo è quello delle grandi occasioni. I tifosi del Treviso non risparmiano cori provocatori. Quando partono i cori della tifoseria bolognese e le scenografie della curva, gli occhi di Gianluca si accendono: «Viene quasi voglia di tornare in campo. Smettere di giocare è come essere lasciati». La palla a spicchi è entrata nella vita di Gianluca quasi senza bussare, a 11 anni: «Giocavo a basket nella LP Irnerio di Onofrio Crapulli. Per tre anni abbiamo vinto il campionato juniores contro Virtus e Fortitudo. Però avevo un grande talento per l’atletica, ero un velocista. Mi chiamò anche Pietro Mennea ma gli dissi di no, scelsi la pallacanestro». A quel punto arriva la chiamata dell’Aquila: «Si è presentato il presidente Gambini, voleva capire il segreto della Lp». E Gianluca è passato in biancoblù: «A 16 anni, nel 1982, ho debuttato in A2. Mi allenava Zucchini, mi voleva un gran bene. Ho giocato con grandi campioni come Donato di Monte. Dopo qualche anno però ho lasciato perdere, ero stanco per i troppi infortuni». A 22 anni, chiusa la carriera sportiva agonistica, Gianluca inizia a lavorare come agente di commercio. Poi due anni fa arriva la crisi, la sua azienda fallisce: «Roberto (Morgantini, ndr) l’ho conosciuto alle cucine popolari in un momento difficile della mia vita. Un paio d’anni fa le aziende hanno smesso di pagare e la mia attività è entrata in crisi. Ho perso tutto: casa, lavoro. Sto ricominciando da zero».
Nel secondo quarto, la Effe è sotto di dieci punti. Secondo Gianluca è ora di cambiare schema difensivo ed essere più aggressivi. La pensa così anche Eros, il secondo beneficiario delle Cucine popolari: «Ho avuto un grave incidente in moto nel 2005, da quel momento niente è stato più lo stesso. È stata la mia assistente sociale a parlarmi di Cucine popolari quando Roberto ha aperto le mense quattro anni fa». La partita è in bilico, ma Logan, l’avversario più temuto da Gianluca, sbaglia quattro triple di fila in un momento chiave della partita. «Incredibile, di solito fa canestro anche da metà campo». Alla fine la Effe porta a casa la partita con cuore ed esperienza, finisce 77 a 69 per l’Aquila. Contenti i tifosi, un po’ meno gli ospiti trevigiani, contenti anche Gianluca ed Eros che torneranno alPalaDozza alla prossima partita casalinga. «È stato un buon inizio. C’è chi si è già prenotato per la prossima partita», ha commentato Morgantini. Entusiasmo confermato anche da Giorgio Archetti, presidente di Fortitudo per il sociale: «Il nostro rapporto con Cucine popolari è un cantiere aperto. Con Roberto ci siamo intesi immediatamente e questa bella esperienza è la chiave per aprire altri cantieri a sostegno delle persone svantaggiate. Stiamo preparando altre sorprese. Tutte lasceranno un segno». Il cuore Fortitudo batte anche per la solidarietà.