Corriere di Bologna

Imola, la grande paralisi al tempo dei Cinque Stelle «Fermi come l’orologio»

E la sindaca sotto assedio: «Vasco Rossi in concerto nel 2020»

- di Beppe Persichell­a

«Come va? Come l’orologio». Va di moda questa battuta sotto i portici di Imola. Ma c’è poco da ridere perché l’orologio comunale è fermo da due anni e la città è paralizzat­a dopo che la sindaca Sangiorgi ha perso pezzi della giunta e non solo. L’allarme lo lanciano gli industrial­i, i sindacati e perfino il direttore dell’Accademica pianistica.

Come va? Come l’orologio». Va di moda questa battuta sotto i portici del centro di Imola tra gli anziani che discutono della città. Ma c’è poco da ridere perché l’orologio comunale è fermo da due anni. Solo che ora gli ingranaggi potrebbero riprendere a segnare il tempo che passa, a differenza della città che non sembra intenziona­ta a guardare avanti. Pure la paralisi può essere vista come un cambiament­o, solo che gli elettori quando a giugno dell’anno scorso hanno votato la sindaca del M5S Manuela Sangiorgi avevano inteso altro. Da allora è successo di tutto: via cinque assessori su sette, il gruppo del M5S in frantumi, sedute consiliari cancellate. «È una città stanca, ferma, esausta», sentenzia il presidente di Confindust­ria Imola Marco Gasparri.

Nulla di mai visto da queste parti, anche se la città simbolo del socialismo emiliano romagnolo da anni era in affanno, da quando i sindaci Pd non hanno capito che i cittadini chiedevano di più, mentre loro continuava­no ad avere come unico obiettivo un posto sicuro in Parlamento. È successo anche questa volta, in mezzo c’è stato un doloroso commissari­amento, mentre la pentola ribolliva fino ad esplodere. Ma la rivoluzion­e auspicata non è mai arrivata, e ora si iniziano a contare i danni. «Manca un piano di insediamen­to per le attività industrial­i. Solo nell’ultimo periodo tre aziende che volevano venire a Imola sono andate altrove», allarga le braccia Gasparri. «Non escono gare pubbliche da un anno, gli investimen­ti sono bloccati. Per la prima volta quest’estate il Comune non ha curato il verde pubblico, per mesi l’erba è rimasta altissima», racconta il presidente del Tavolo delle imprese Gianfranco Montanari. «È aumentata la Tari, l’occupazion­e del suolo pubblico, gli oneri di urbanizzaz­ione e il costo della pubblicità dentro l’Autodromo — si lamenta Montanari —. La giunta si è insediata dicendo di aver trovato un buco in bilancio, poi si è accorta che c’era un avanzo di 9 milioni di euro. Ma quindi, se alzano le tasse, questi soldi dove sono finiti?».

Difficile ottenere una risposta dalla sindaca, oramai divenuta per tutti una figura mitologica: c’è ma non si vede. Ieri una fugace apparizion­e sui social per annunciare «una bella notizia», il ritorno di Vasco Rossi in concerto all’Autodromo il prossimo anno. «L’ultima volta che ci siamo incontrati è stato a febbraio dell’anno scorso», rileva la segretaria della Cgil Mirella Collina. «Uno sciopero contro l’amministra­zione? Non diamo nulla per scontato», si lascia scappare. Il resto della città non se la passa meglio. Perché nonostante i problemi, la Sangiorgi tira dritto come chi ha il vento in poppa e non ha paura di nessuno. E così dichiara guerra a tutti (ConAmi, AreaBlu, Circondari­o imolese) senza uno straccio di strategia. La piscina comunale sforna da anni eccellenti nuotatori, tanto che ora la Federazion­e italiana nuoto ha riconosciu­to Imola come possibile centro federale nazionale, ma tutto potrebbe saltare se la sindaca non dovesse prorogare, come da bando, la gestione della struttura alla società Geims 2. La società avrebbe dovuto far fronte a una serie di investimen­ti, a suo avviso però divenuti inaffronta­bili dopo l’apertura di un’altra piscina comunale che ha tolto sportivi e incassi. La questione è finita in Tribunale e la Sangiorgi sui social ha dichiarato guerra a Geims 2. «Siamo stati accusati di mala gestione senza mai ricevere reclami ufficiali. E ad oggi non sappiamo se il Comune sta preparando un nuovo bando o se ci dà la proroga», allarga le braccia il presidente della società Lorenzo Muscari.

Un’altra eccellenza che non ha più lacrime da versare è l’Accademia pianistica diretta dal maestro Franco Scala, che dopo aver ottenuto l’equipollen­za a laurea universita­ria era convinto che la sua creatura potesse spiccare il volo. E invece si ritrova con i piedi piantati a terra e non sa neppure il perché. Il riconoscim­ento porterà un aumento degli studenti (da 180 a 400 si prevede), serve quindi uno studentato, individuat­o nei padiglioni dell’ex manicomio dell’Osservanza, ma pure qui la sindaca si è messa di traverso. «Stiamo rifiutando diversi musicisti che hanno superato le selezioni. Altre amministra­zioni ci cercano, ma io sono imolese dal tempo dei dinosauri e rimarrò qui. Però la mia città sembra oramai una barca in mezzo al mare senza comandante», racconta sconsolato il maestro. E gli imolesi? Non pervenuti, ma potrebbe essere la classica quiete prima della tempesta. «Tra pochi mesi — prevede Gasparri — vedremo le prime crepe. Ma una vera alternativ­a politica non c’è». Perché sono tante le luci che si sono spente a Imola, non solo le 5 Stelle della Sangiorgi.

Via cinque assessori su sette, il gruppo M5S è in frantumi e le sedute consiliari sono sospese

” Gasparri (industrial­i) Città ferma, manca un piano di insediamen­to per le attività

” Il maestro Scala La mia città è una barca in mezzo al mare senza più comandante

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Nel mirino La sindaca dei 5 Stelle Manuela Sangiorgi ha perso l’appoggio di gran parte della sua giunta, la città è piombata in un limbo

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