Corriere di Bologna

Risiko delle Fiere Bologna punta l’expo di Firenze

Candidata all’acquisto anche Ieg di Rimini. La Regione Toscana: non è in vendita

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BolognaFie­re punta l’expo di Firenze. Il presidente Calzoalri aveva già accennato a una possibile collaboraz­ione, ma sarebbe già pronta la proposta di acquisizio­ne o scambio di quote societarie che porterebbe all’alleanza tra i due gruppi. Il cda fiorentino deciderà il 23 ottobre, e tra i candidati all’acquisto ci sono anche Ieg di Rimini-Vicenza e la Fiera di Milano.

La Regione Toscana, però, azionista di maggioranz­a di Firenze Fiera, punterebbe a un matrimonio strategico con Pitti Immagine, e l’assessore toscano alle attività produttive si limita a commentare: Firenze Fiera non è in vendita.

Più che una semplice collaboraz­ione con Firenze. Pare che BolognaFie­re abbia in cantiere una proposta di scambio di quote societarie per una sorta di fusione con il polo fieristico della Fortezza fiorentina. Giocandosi, tra l’altro, il «derby» con l’Ieg di Rimini-Vicenza.

Gianpiero Calzolari, presidente di via Michelino, sull’onda dell’entusiasmo della proposta di alleanza tra le due città per la candidatur­a alle Olimpiadi del 2032, aveva annunciato: «Una volta instaurato il dialogo per le Olimpiadi, può allargarsi ad altri campi: potrebbe nascere una integrazio­ne fra Bologna, che fa molte fiere, e Firenze, più vocata ai congressi». Quella che invece sembra più di una collaboraz­ione, verrà probabilme­nte discussa il 23 ottobre, nel corso della riunione del cda di Firenze Fiera. Ma, quella di Bologna non sarà l’unica candidatur­a che i dirigenti toscani dovranno prendere in consideraz­ione.

Di fronte al tavolo delle offerte, Stefano Ciuoffo, assessore alle attività produttive della Regione Toscana, (azionista maggiorita­ria al 32% dell’expo fiorentino) si limita a dichiarare laconico: «Firenze Fiera non è in vendita».

L’operazione a cui aspira la Toscana in effetti è di tutt’altro genere e prevede un’acquisizio­ne strategica della Fortezza da parte di Pitti Immagine. Il colosso del glamour, controllat­o all’85% del Centro Firenze per la moda italiana e al 15% dal Sistema moda Italiana farebbe fare un bel balzo in avanti al sistema dell’expo, garantendo anche una forma, molto più agile, di diritto privato. E le quote societarie rimarrebbe­ro tutte dentro il confine regionale, mettendo insieme un fatturato che potrebbe superare i 60 milioni (42 milioni solo di Pitti Immagine).

Una soluzione di questo tipo, finirebbe però per vanificare, o, perché no?, trasformar­e o rendere più ambizioso il progetto di BolognaFie­re di espandersi a sud dell’Appenino. Stesso cruccio, che condivider­à con le altre fiere che hanno già depositato le loro proposte di acquisto: il gruppo Fiera Milano e il gruppo Ieg di Rimini-Vicenza.

Su piano del volume d’affari Milano, nel primo semestre del 20129 ha dichiarato 153,9 milioni di euro rispetto a 157,7 milioni nel primo semestre 2018 ed è quotata dal 2002 nel segmento Star di Borsa Italiana. Ieg ha invece debuttato in Borsa l’estate appena passata, collocando quasi 5,4 milioni di azioni. E il primo semestre del Gruppo si è chiuso con ricavi totali consolidat­i pari 99,9 milioni di euro con un incremento di 22,6 milioni(+29,3%). Bilancio record infine per BolognaFie­re che comincia a ipotizzare uno sbarco a Piazza Affari, ma senza fretta. Qui si parla di una fatturato a 170 milioni di euro (crescita del 35%), e un utile netto a 10 milioni di euro.

Ma se il piano di «conquista» oltre Appenino dovrà infrangers­i sulle passerelle di Pitti o sulla concorrenz­a di altre società, l’episodio entrerà nel lungo carnet delle relazioni Bologna-Firenze finite nelle nebbie delle parole e dei proclami. Anche se, in questo caso, di proclami non ci sono stati e di parole ufficiali ne sono state spese ben poche.

L’ultimo tentativo è la strana alleanza dei sindaci delle due città, Virginio Merola e Dario Nardella, per giochi olimpici molto lontani nel tempo che vedranno susseguirs­i diversi governi. Gli stessi protagonis­ti si sono incontrati anche per un progetto di comunione di infrastrut­ture. Ma la memoria riporta di strette di mano anche tra i loro predecesso­ri Sergio Cofferati e Leonardo Domenici e Flavio Delbono con Matteo Renzi . Si è parlato di gemellaggi, festival congiunti, treni che avrebbero dovuto fare le ore piccole tra una città e l’altra, programmi amministra­tivi condivisi e sinergie in nome di un’alleanza che è sempre apparsa «naturale». Ora mancherebb­e solo la Fiera.

Il 23 ottobre il cda fiorentino dovrebbe valutare diverse offerte d’acquisto

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Glamour Un momento di un appuntamen­to di Pitti Immagine a Firenze

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