Caiumi boccia la manovra «Solo misure difensive»
Caiumi (Confindustria): l’autonomia regionale tarda, ma serve a essere attrattivi
«Sarebbe servita una manovra rivoluzionaria, eccellente. E invece, ancora una volta, ci troviamo davanti a un provvedimento difensivo, che tiene conto dei nostri limiti e delle nostre paure, ma non del nostro posizionamento come territorio». Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia, non fa sconti al governo giallorosso che sembra comportarsi come se non conoscesse le grandi potenzialità e la credibilità internazionale che l’Italia, e quindi la nostra regione fra le locomotive del Paese, ha all’estero. Con i suoi tanti e diversi valori che, senza un sostegno adeguato, non riesce a sfruttare.
Presidente Caiumi, cosa manca in questa legge di bilancio?
«Una visione, una programmazione di medio e lungo termine. Ci si muove sempre per emergenze, a un anno, come per l’aumento dell’Iva. Non avendo ricchezze accumulate, si dovrebbe invece conoscere meglio il grande patrimonio di competenze e scommettere su di esso con coraggio. Giocarci le nostre carte, affidarsi a un progetto e crederci veramente».
La nostra regione punta molto sull’export e compete con i Länder tedeschi, ma rischia di trovarsi in grande difficoltà fra dazi americani ed effetti della Brexit. Qual è la voce che dovremmo levare?
«Ci sono ancora troppe barriere. Serve più credibilità in sede europea. Ma il rischio, con le giuste agevolazioni, può trasformarsi in opportunità. La manovra avrebbe dovuto puntare sull’attrattività, sui nuovi flussi di denaro e occupazione che potrebbero portare gli investitori stranieri. Politicamente, guardiamo al passato, al presente e troppo poco al futuro. Prendiamo il tema dell’Industria 4.0. Prima ci si punta moltissimo, poi lo si lascia precipitare nel nulla. Infine si provano a recuperare le misure lasciate indietro. Questa instabilità non fa bene alle imprese».
L’Emilia-Romagna ha la sua legge sull’attrattività, la legge 14. Cosa servirebbe a livello nazionale?
«Assicurare tempi certi per quelle infrastrutture che aspettiamo da anni. Che non solo servono ai nostri territori e genererebbero nuova occupazione, ma rappresentano anche una condizione indispensabile per attrarre investitori. E poi una risposta definitiva sul modello di autonomia proposto da questa regione. L’autonomia, su cui la decisione viene sempre spostata in avanti, potrebbe essere un primo inizio per essere più attrattivi, potendo disporre autonomamente delle risorse che servono».
I giovani di Confindustria lamentano una mancanza di attenzione nei loro confronti, è così?
«Come Confindustria siamo molto intraprendenti in termini di spin-off e startup. Ma non possiamo essere lasciati da soli. Una maggiore spinta sulla riqualificazione industriale o un abbassamento del costo dell’energia ci avrebbe potuto aiutare nel trasformare le nostre filiere».
Come valuta l’alleggerimento del cuneo fiscale?
«Debole. Nelle tasche dei lavoratori dipendenti entrano ancora poche risorse e questo non aiuta a far ripartire i consumi. Molte delle imprese che oggi performano bene si sono sostenute grazie alla ricchezza del mercato internazionale; anche il mercato nazionale deve ricominciare a girare».
Il presidente nazionale Vincenzo Boccia è severo sulla tassa sulla plastica. Cosa serve alle imprese?
«Più tempo per adeguarsi al nuovo corso. Bastava prevedere un sistema di incremento progressivo, graduale, su una tassa di per sé giusta»
Mentre parliamo è in corso il tavolo sull’automotive, cosa si aspetta?
«Come proposto da Boccia, un tavolo di lavoro con la Confindustria francese e tedesca per scegliere con chiarezza in che direzione andare».
Le carenze
Manca una visione di medio e lungo termine, ci si muove sempre sulle emergenze
” Il cuneo fiscale «debole» Nelle tasche dei lavoratori dipendenti entrano ancora poche risorse