«Quanti insulti dai bolognesi ma è un club dove si sta bene Ci sarei venuto di corsa...»
Tacchinardi: «Sinisa rivale tosto ma leale, la sua forza è straordinaria»
” Palacio è l’ultimo eroe della mia epoca, quando i giocatori non andavano a frignare dai procuratori Il Bologna? Mi piace tanto Orsolini
Alessio Tacchinardi, è il momento peggiore per incontrare la Juventus?
«Non è certamente il migliore: la Juventus sembra che stia andando sulla strada che voleva Sarri e dopo aver fatto molta fatica la vittoria sul campo dell’Inter gli ha dato una autostima importante. Non sarà facile, ma nel calcio nulla è scontato e il Bologna si presenterà a Torino con il coraggio che il suo allenatore sta mostrando anche fuori dal campo».
Stasera ci sarà anche Mihajlovic.
«Ci tengo a mandare un abbraccio enorme a un grande avversario che con me sul campo è sempre stato tosto ma leale. Sono stato felice di vederlo dirigere l’allenamento a Casteldebole: la sua forza di volontà la conosciamo tutti e il suo coraggio è stato trasferito alla squadra. Lo ha dimostrato anche lo scorso anno, sul piano tecnico, trasformando un Bologna spaventato in una squadra arrembante. Sinisa sta plasmando la mentalità del Bologna: le partite si possono perdere, ma se perdi senza fare un tiro in porta e senza mai provarci ti girano. Se perdi osando, con ambizione, mettendo in campo coraggio e tutto ciò che hai, ti girano lo stesso ma è un giramento ben diverso». Chi le piace tra i rossoblù? «Orsolini: è arrembante, si prende responsabilità e mi pare anche uno bello centrato, che lavora a testa bassa come piace a me. Ma più di tutti dico Palacio, perché rappresenta il giocatore che va in campo per passione: il trait d’union tra la mia generazione e quella che sta per finire, con una tempra totalmente diversa da quella dei giovani d’oggi. Una generazione di atleti che non molla mai e fa sacrifici, contro quella odierna che stenta un po’ a salire di livello».
I giovani calciatori oggi hanno già la pappa pronta?
«Rispetto a noi sì. Oggi insegnare calcio è difficile: ci sono molti ragazzi che stentano, “mammoni” che maturano tardi e alla prima difficoltà chiamano l’agente chiedendo di essere ceduti. Noi invece se ci lamentavamo ai primi ostacoli prendevamo schiaffoni sia dai genitori che dai procuratori. Ecco, Palacio è ancora uno della mia generazione».
La rivalità con la Juventus a Bologna è molto sentita. Lei è mai stato vicino ai rossoblù?
«C’era stato qualche contatto (nel 2007, ndr). Da juventino o da ex juventino quando venni a giocare con il Brescia, al Dall’Ara sono stato spesso attaccato: quando giochi in certe squadre sei antipatico perché vinci, ma io ho sempre avuto grande simpatia per il Bologna. Mi piace la sua tifoseria, perché come a Firenze e a Bergamo sono piazze in cui ci si identifica ancora con la propria squadra. Bologna ha una storia importante e anche se il pubblico mi ha sempre massacrato mi sarebbe molto piaciuto giocarci perché vedo nella gente una passione buona, non presuntuosa, che ho anche imparato ad apprezzare sul piano umano frequentando la città e più in generale la regione. Spero che il club del mio amico Di Vaio faccia un altro campionato importante dopo quello dello scorso anno».