Ghirri, la poesia del paesaggio
Per la prima volta viene esposta una significativa selezione delle stampe selezionate nel 1991 dal fotografo reggiano Luigi Ghirri per Viaggio dentro un antico labirinto, una delle ultime pubblicazioni da lui seguite personalmente prima della scomparsa. Il volume era stato curato dallo storico dell’arte Arturo Carlo Quintavalle, con cui Ghirri aveva intrattenuto un rapporto di collaborazione durato quasi vent’anni. Proprio per il progetto di impaginazione, Ghirri aveva fatto realizzare stampe delle esatte dimensioni di quelle da pubblicare. Il menabò è costituito quindi da una sequenza di 150 immagini perfettamente eseguite, che Ghirri donò allo Csac, il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma. A queste immagini, visibili sino al 3 novembre nella sede del Csac, l’Abbazia di Valserena di Parma, sono state affiancate alcune stampe degli anni Settanta. Già esposte nella prima grande antologica «Vera fotografia», organizzata sempre con lo Csac nel 1979, tratte dal fondo di stampe conservato dal centro, di fatto la più ampia raccolta di «vintage prints» del grande fotografo. A testimoniare la ricerca di Ghirri, che cambiò il volto della fotografia contemporanea, dalla prossimità agli artisti concettuali alla nuova fotografia del paesaggio. La mostra, allestita negli spazi del piano nobile, vuole mettere in luce un importante capitolo della nostra fotografia di paesaggio, che tra la fine del Novecento e l’inizio del nuovo secolo ha ravvivato la percezione dei beni culturali, introducendo uno sguardo diverso sull’arte e sull’ambiente. Il percorso si conclude con alcune fotografie di Giovanni Chiaramonte, che con Ghirri fondò la casa editrice Punto e Virgola, dando vita a un’indagine sul paesaggio che segnerà uno snodo rilevante nella ricerca della nuova fotografia italiana e che, a sua volta, troverà espressione nel 1984 con la celebre mostra «Viaggio in Italia». Immagini, le sue, scattate subito all’indomani del sisma che sconvolse la bassa modenese nel 2012. L’urgenza di ritrovare un rapporto tra gli abitanti e un ambiente improvvisamente divenuto ostile ha spinto il fotografo di origine lombarda in territori dove la speranza in una rinascita si annida già tra i frammenti delle rovine. La mostra rientra nel weekend del «ColornoPhotoLife», nei dintorni di Parma, che ha per tema «L’effimero e l’eterno». Una manifestazione che comprende anche la mostra di Chiara Samugheo «Celebrità», nella Reggia di Colorno, con settanta foto che ritraggono volti e atteggiamenti di attori, registi, scrittori tra fine anni ‘50 e metà anni ‘80. Oltre a «The Bright Side of the Moon - fotografie vintage dagli archivi Nasa», nello Spazio BDC28 di Parma.
Terremoto Dopo il sisma del 2012, l’occhio dell’artista si posò sulla Bassa Modenese