Autonomia, la maggioranza cerca l’accordo Boccia: avanti
Bonaccini osserva il dibattito a distanza e prepara la manifestazione di sabato in piazza Maggiore
«Avevamo promesso che sarebbe stato un ddl collegato alla manovra 2020 e sarà così». Nonostante i dubbi di renziani e M5S, mostra fiducia il ministro Francesco Boccia al termine di un lungo vertice con i capigruppo della maggioranza.
«Avevamo promesso che sarebbe stato un ddl collegato alla manovra 2020 e sarà un ddl collegato alla manovra 2020». Nonostante la contrarietà dei renziani di Italia Viva, su questo punto tira dritto il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia al termine di un lungo vertice con i capigruppo della maggioranza durante il quale ha illustrato la bozza della legge quadro sull’autonomia, la riforma richiesta da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.
«Ora — ha aggiunto il ministro — vorrei chiudere questo percorso. Tireremo le somme con le forze politiche della maggioranza e penso che nel giro di qualche giorno saremo in grado di darvi un calendario adeguato dei tempi». Durante il summit Iv, Movimento 5 Stelle e Leu non hanno mancato di porre alcune osservazioni al testo, ma Boccia ha assicurato che non ci saranno da parte sua «forzature».
«Incontro di maggioranza propositivo, sono emersi alcuni elementi che meritano un approfondimento per realizzare nel miglior modo possibile una riforma necessaria», ha convenuto anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico d’Incà (M5S). Una nuova riunione è prevista per la prossima settimana, con la speranza di tenere il più possibile bassi i toni all’interno della maggioranza. Per ora le maggiori tensioni si registrano tra la maggioranza di governo e il presidente del Veneto Luca Zaia, che ha detto: «Se il governo vuol firmare l’intesa sull’autonomia lo può fare anche oggi. Se, invece, non sarà in grado di votare l’autonomia può tranquillamente andarsene a casa». Un ultimatum che la vice capogruppo del Pd alla Camera ha definito «singolare e ridicolo, vista l’inconcludenza del governo precedente in cui la Lega sbandierava ai quattro venti il vessillo dell’imminente autonomia».
Il presidente dell’EmiliaRomagna Stefano Bonaccini, dopo aver auspicato un’accelerazione dell’iter, nelle ultime ore sta osservando a distanza la dialettica all’interno della maggioranza, anche perché è impegnato in prima fila nella preparazione della manifestazione di sabato pomeriggio in piazza Maggiore. Dovrebbero essere almeno una cinquantina i pullman prenotati in tutta la regione (verrà chiesto un contributo
” Il ministro Sarà un ddl collegato alla manovra Ora vorrei chiudere questo percorso. Tireremo le somme con le forze politiche della maggioranza e penso che nel giro di qualche giorno saremo in grado di darvi un calendario adeguato dei tempi
di 10 euro a persona), ed alcuni opteranno per il treno.
Intanto il governatore cerca anche di ricucire con la lista di «Emilia-Romagna Coraggiosa» che ha criticato la scelta autonomista di viale Aldo Moro e pure la legge regionale sull’urbanistica, e lo fa rilanciando su welfare e ambiente, i temi su cui pare saldarsi meglio l’asse con la sinistra della coalizione, in particolare sull’idea di un nuovo Patto per il clima. «Mi convince l’approccio che tiene insieme la sostenibilità sociale con quella ambientale, attraverso le leve della ricerca e dell’innovazione», ha sottolineato Bonaccini. Mentre per quanto riguarda il lavoro, «sono d’accordo che i risultati raccolti in questa legislatura sul piano occupazionale non possano bastarci, perché c’è ancora un problema rilevante di precarietà, redditi e sicurezze. Credo quindi che ora l’accento vada posto con più forza sul tema della qualità dell’occupazione».
Da qui la sua proposta di rinnovare «il Patto per il lavoro» e di allargarlo con un «Patto per il clima», come da lui già annunciato martedì durante l’ultima seduta dell’Assemblea legislativa e che prevede «l’azzeramento delle emissioni climalteranti al 2050 e il passaggio al 100% di rinnovabili entro il 2035».