Indagini, accuse e arresti dell’inchiesta-terremoto
La Procura BIBBIANO (REGGIO EMILIA) di Reggio Emilia non commenta la decisione della Cassazione di revocare l’obbligo di dimora ad Andrea Carletti. Le motivazioni arriveranno.
Ma la decisione, come sempre accade, non è entrata nel merito, né del resto lo aveva fatto l’istanza degli avvocati del sindaco di Bibbiano, basata unicamente sulla sussistenza o meno dei presupposti per quella specifica la misura cautelare.
Riguadagnata la libertà, nulla cambia per il sindaco Carletti dal punto di vista dell’impianto accusatorio. Sono stati mesi, e sono giorni, di messa a punto di strategie. Il pronunciamento della Cassazione arriva a pochi giorni dalla fine prevista per le indagini preliminari, attesa per metà dicembre. Oltre alle difese, anche la Procura — il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta è Valentina Salvi — sta facendo i propri conti e ultimamente ha cambiato programmi. Diversamente da quanto ipotizzato qualche settimana fa, infatti, Salvi sarebbe intenzionata a portare le proprie istanze davanti al giudice per l’udienza preliminare, evitando di chiedere un giudizio immediato, quel rito speciale che permette di «saltare» il filtro del gup andando direttamente a processo.
Sembra non esserci più, insomma, la volontà di procedere in fretta che c’era prima. Tra pochi giorni comunque si capirà quale entità assumerà il procedimento relativo a un’inchiesta che sta facendo discutere da più di cinque mesi; si capirà per quanti dei 29 indagati la Procura chiederà il rinvio a giudizio. Si tratta di amministratori, assistenti sociali e dirigenti dei servizi sociali dei Comuni della Val d’Enza, psicologi e psicoterapeuti privati che operavano in convenzione con il pubblico, ma anche una coppia di genitori affidatari: variegata la composizione personale e professionale degli iscritti nel fascicolo e variegata la lista delle ipotesi di reato con peso diversissimo. Si va dai «semplici» reati amministrativi, di cui sono accusati due ex sindaci della Val d’Enza e lo stesso primo cittadino di Bibbiano (abuso d’ufficio e falso per aver affidato, senza evidenza pubblica, spazi del centro La Cura ad operatori della Hansel e Gretel per le terapie a bambini considerati vittime di abusi e in carico ai servizi), ai maltrattamenti; a presunte relazioni artatamente falsate da operatori del Servizio minori: falsi disegni, racconti dei bambini influenzati dalle parole stesse degli operatori.
In base a quei report, i giudici del tribunale di Reggio o quelli del tribunale dei minori di Bologna, a seconda del luogo sede di discussione della pratica, avrebbero, in sei casi, perché tanti sono quelli al centro dell’inchiesta, disposto allontanamenti di minori che non avrebbero dovuto lasciare le loro famiglie d’origine. Lì, alle famiglie d’origine, parte di loro è tornata durante l’estate o ha comunque riallacciato i contatti.
Sei le persone agli arresti domiciliari, due ci sono ancora. Quelle ritenute al centro degli illeciti: Federica Anghinolfi, ex responsabile del Servizio minori, e l’assistente sociale Francesco Monopoli. I loro avvocati, a proposito di strategie difensive, non hanno mai fatto ricorso contro le misure cautelari. Anche a loro, oltre che a Claudio Foti e Nadia Bolognini della Hansel e Gretel, faceva riferimento la premessa dell’ordinanza del Riesame dello scorso 20 settembre che aveva revocato i domiciliari a Carletti. Si legge come i due fossero «fortemente ancorati a una visione ideologica del proprio ruolo, che li rendeva convinti di essere in grado di assistere i minori abusati con capacità e metodo propri» guidati dalla «acritica convinzione della validità scientifica della loro metodologia e del loro approccio maieutico». «Una missione — scriveva il Riesame — intrecciata a motivazioni personali, in un misto di interessi ideologici, professionali, economici». Sì perché, alla fine dei conti, si trattava di guadagnare sui costi di cure e procedure di affido.
La procura di Reggio sta per chiudere le indagini e andare di fronte al giudice