Le risposte da dare all’Emilia-Romagna
Respingendo quella che definisce la politica delle tassazioni e invocando dall’opposizione le dimissioni del governo. La critica alla Legge finanziaria e l’attacco al governo giallorosso vengono accompagnati dal nostalgico slogan «Difendiamo Dio, Patria e Famiglia». Salvini, a sua volta, sempre a Bologna nello stesso giorno (domenica 1 dicembre) e alla stessa ora, nella sala di un albergo ha tuonato anche lui contro il presidente del Consiglio le sue invettive, accusandolo di tradimento o di svendita degli interessi italiani ai tecnocrati europei . La riforma del fondo europeo salva Stati (Mes) secondo il leader della Lega è la grande vergogna della politica italiana accusata di subalternità ai poteri forti dell’Europa, in particolare della Germania e della Francia. Entrambi gli esponenti della destra hanno dimostrato poco interesse al confronto sui programmi per il futuro della regione Emilia-Romagna. Hanno preferito fare di Bologna la rampa di chi a destra lancia con più forza e violenza strali contro il governo nazionale. Lo sgomitare tra Meloni e Salvini fa pensare che la loro unità sulla candidata leghista Lucia Borgonzoni sia alquanto formale. Sono più interessati al primato della loro notorietà personale. Sovranismo e personalismo dei leader nazionali della destra di fatto oscurano la visibilità della Borgonzoni, che da replicante è costretta a recitare quelli che sono ritenuti enfaticamente gli effetti negativi della manovra economica del governo sulla realtà della regione Emilia-Romagna. E il programma di legislatura 2020-2025?