«Kainua e Spina» Le cittadine etrusche e i reperti archeologici dell’Emilia Romagna
Il mondo etrusco torna da protagonista nella Bologna che fu anticamente Felsina grazie alla grande mostra che si inaugura domani al Museo Civico Archeologico. Un’occasione che ha suggerito al Polo Museale dell’Emilia Romagna e al Museo Nazionale Etrusco Pompeo Aria di Marzabotto di offrire al pubblico una breve guida in occasione della temporanea esposizione a Marzabotto di otto vasi a figure rosse provenienti da una collezione altrettanto rilevante come quella del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara. L’opuscolo, di una cinquantina di pagine e con una tiratura iniziale di duemila copie, verrà distribuito da sabato. Unitamente al biglietto di ingresso integrato di 5 euro valido per il Museo etrusco Pompeo Aria e l’attigua area archeologica. Di Kainua, «la Nuova», antico nome etrusco di Marzabotto, disegnata con un impianto urbanistico regolare dalla popolazione che per prima si insediò nell’Appennino bolognese e che nella struttura urbana cercò di rispecchiare le proprie credenze sulla volta celeste. Gli Etruschi furono infatti tra i primi a intuire l’importanza di costruire le città pianificandole e seguendo l’organizzazione di precisi piani regolatori. Il fascicolo si propone il compito di accompagnare visitatori e turisti alla scoperta dei centri etruschi di Marzabotto e Spina, nei pressi di Comacchio, sull’Adriatico. A cura di Paola Desantis, direttore del Museo Archeologico di Ferrara, Rosario Maria Anzalone, responsabile del Museo Pompeo Aria e dell’area archeologica di Kainua e Federica Timossi del Polo Museale Emilia Romagna, verrà presentato oggi a mezzogiorno nell’Aula Gnudi della Pinacoteca Nazionale di via Belle Arti 56. Un breve catalogo, di diciotto voci, illustrerà inoltre i reperti dell’esposizione permanente del Museo di Marzabotto e i vasi attici di Spina.