Abusate e ricattate, 2 arresti a Sant’Agata
Cinque donne sposate adescate online
Le agganciavano sui social e proponevano loro incontri sessuali (consenzienti), subito dopo però iniziavano a estorcere denaro minacciando di diffondere dei video. Due delle cinque vittime hanno denunciato di essere state costrette a sesso di gruppo. I carabinieri hanno arrestato due uomini del paese per estorsione e violenza sessuale.
Estorsione e violenza sessuale di gruppo. Sono questi i reati contestati a tre uomini italiani, due dei quali già in carcere, che avrebbero violentato e ricattato almeno cinque donne di età compresa fra i 35 e i 50 anni. Grazie alle indagini dei carabinieri del nucleo operativo radiomobile di San Giovanni in Persiceto, insieme ai colleghi di Crevalcore e Sant’Agata Bolognese, è emerso che proprio due residenti di quest’ultimo comune, un 25enne del posto e un 32enne di origine napoletana, da almeno quattro anni adescavano sui social le loro vittime, nella maggior parte dei casi sposate, consumando con loro prima rapporti consenzienti e poi violenze sessuale, minacciandole inoltre di divulgare foto e video compromettenti per ottenere soldi.
Sul ruolo del terzo uomo (un turco naturalizzato su cui pende un obbligo di dimora
Prima le lusinghe e i rapporti consenzienti, poi ricatti e violenze Possibili altre vittime
non ancora esecutivo) e sull’eventualità del coinvolgimento di altre persone continuano le indagini coordinate dal pm Marco Imperato. Non è infatti da escludere che altre donne siano finite in questa perversa trappola di provincia, senza però aver trovato finora il coraggio di denunciare. Lo scorso luglio, invece, una delle cinque vittime accertate (tutte italiane, residenti nella zona) è riuscita a farlo superando la vergogna, anche grazie all’ex marito che l’ha supportata non appena venuto a conoscenza della vicenda. Le indagini hanno così accertato il modus operandi degli indagati almeno dal 2015: tramite informazioni raccolte in giro o su Facebook, adescavano sullo stesso social donne impegnate e apparentemente alla ricerca di avventura o in un momento di difficoltà sentimentale, con approcci decisamente più gentili. In questo modo, dopo i primi messaggi lusinghieri, si passava agli incontri di sesso consenziente, a cui però seguivano ricatti e richieste di denaro per non divulgare foto e video compromettenti.
Una vittima, per paura che venisse davvero rivelato tutto a familiari e colleghi, avrebbe consegnato ai due, a rate, circa 60mila euro; tutte le altre, invece, cifre che ballano fra i 5 e i 7mila euro, oltre a catenine ed altri oggetti preziosi quando non disponevano di denaro. Le richieste di soldi sarebbero diventate nel tempo sempre più insistenti e spregiudicate, tanto che in un caso il tentativo di estorsione sarebbe avvenuto per strada, alla presenza della figlia di 5 anni di una delle vittime, a bordo di un’auto.
Non basta. Due donne sarebbero state costrette a rapporti sessuali di gruppo contro la propria volontà: una in casa, l’altra nelle campagne fra Sant’Agata e San Giovanni in Persiceto, dopo un invito a bere qualcosa in un locale. Valentina
Merlo, legale di uno due arrestati (entrambi senza un’occupazione fissa e con numerosi precedenti per reati contro la persona) anticipa la richiesta di «arresti domiciliari, perché almeno per quanto riguarda la violenza sessuale non ci sono elementi di prova sufficienti». Smartphone e altri apparecchi elettronici sono stati nel frattempo sequestrati per tutte le analisi necessarie.