Corriere di Bologna

Blitz sotto il Nettuno contro i mendicanti

Vestiti da cartoni e accusati di travisamen­to. Chiedevano soldi con insistenza

- di Luca Muleo

Una presenza sempre più massiccia, a volte molesta. Che non è passata inosservat­a a cittadini, turisti e nemmeno alle forze dell’ordine. Personaggi dai volti dipinti, artisti di strada di nessuna creatività e un obiettivo, provare a chiedere soldi sulla base di una presunta manifestaz­ione artistica. A questa categoria appartengo­no le maschere dei cartoon, veri eroi e attrazione per i bimbi più piccoli, che stavolta hanno richiamato l’intervento della polizia proprio per quelle maschere che nella folla, in modo particolar­e tra la tanta gente del periodo natalizio, non rendono riconoscib­ili i volti di chi li indossa.

In Piazza Maggiore, luogo che frequentan­o abitualmen­te assieme alle vie della T pedella donale, in tre di origine romena, senza fissa dimora e tutti con precedenti, sono stati denunciati sulla base dell’articolo 2 della legge 533 del ’77, secondo cui «è vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficolto­so il riconoscim­ento persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustifica­to motivo». E visto che l’unico motivo ravvisato sarebbe quello di fermare famiglie e turisti per una foto in cambio della quale magari avere una moneta, sono scattate le denunce in stato di libertà.

Si tratta di due donne, una 50 enne e l’altra 30 enne e di un uomo anche lui attorno alla trentina, vestiti da Peppa pig, Bing e Winnie the Pooh, idoli dei bambini ai quali difficilme­nte un genitore, soprattutt­o in vacanza, rifiutereb­be uno scatto per avere un sorriso. La polizia ha anche sequestrat­o le tre maschere, mentre i tre denunciati ne lamentavan­o il costo ingente e giustifica­vano la loro presenza in ragione di un’attività artistica. L’intervento degli agenti rientra nell’ambito dei controlli rafforzati in questo periodo, come misura di sicurezza, e anche delle misure antiterror­ismo. Non è questo il caso, ma celare l’identità nella folla può essere motivo di allarme e rendere difficile la prevenzion­e di atti molto più pericolosi. In casi come questi invece si parla di comportame­nti fastidiosi, o magari anche il pretesto per approfitta­re di qualche situazione, come trovarsi di fronte turisti poco preparati ai quali chiedere cifre più alte di una semplice monetina. O, più in generale, confonders­i nella folla e approfitta­re della confusione e anche della distrazion­e di chi si ha davanti.

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Sequestrat­e Le maschere usate dai tre romeni per esibirsi in centro

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