Blitz sotto il Nettuno contro i mendicanti
Vestiti da cartoni e accusati di travisamento. Chiedevano soldi con insistenza
Una presenza sempre più massiccia, a volte molesta. Che non è passata inosservata a cittadini, turisti e nemmeno alle forze dell’ordine. Personaggi dai volti dipinti, artisti di strada di nessuna creatività e un obiettivo, provare a chiedere soldi sulla base di una presunta manifestazione artistica. A questa categoria appartengono le maschere dei cartoon, veri eroi e attrazione per i bimbi più piccoli, che stavolta hanno richiamato l’intervento della polizia proprio per quelle maschere che nella folla, in modo particolare tra la tanta gente del periodo natalizio, non rendono riconoscibili i volti di chi li indossa.
In Piazza Maggiore, luogo che frequentano abitualmente assieme alle vie della T pedella donale, in tre di origine romena, senza fissa dimora e tutti con precedenti, sono stati denunciati sulla base dell’articolo 2 della legge 533 del ’77, secondo cui «è vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo». E visto che l’unico motivo ravvisato sarebbe quello di fermare famiglie e turisti per una foto in cambio della quale magari avere una moneta, sono scattate le denunce in stato di libertà.
Si tratta di due donne, una 50 enne e l’altra 30 enne e di un uomo anche lui attorno alla trentina, vestiti da Peppa pig, Bing e Winnie the Pooh, idoli dei bambini ai quali difficilmente un genitore, soprattutto in vacanza, rifiuterebbe uno scatto per avere un sorriso. La polizia ha anche sequestrato le tre maschere, mentre i tre denunciati ne lamentavano il costo ingente e giustificavano la loro presenza in ragione di un’attività artistica. L’intervento degli agenti rientra nell’ambito dei controlli rafforzati in questo periodo, come misura di sicurezza, e anche delle misure antiterrorismo. Non è questo il caso, ma celare l’identità nella folla può essere motivo di allarme e rendere difficile la prevenzione di atti molto più pericolosi. In casi come questi invece si parla di comportamenti fastidiosi, o magari anche il pretesto per approfittare di qualche situazione, come trovarsi di fronte turisti poco preparati ai quali chiedere cifre più alte di una semplice monetina. O, più in generale, confondersi nella folla e approfittare della confusione e anche della distrazione di chi si ha davanti.