Corriere di Bologna

Imprese, sono 56 le «quotabili» in Borsa

- Cavina

Un 2018 in crescita, un 2019 in contrazion­e ma non troppo. Continuano a crescere le prime 500 imprese più performant­i di Bologna, tanto che, secondo lo studio Pwc almeno 56 hanno i requisiti per accedere a Piazza Affari. Vivace anche il mercato delle acquisizio­ni, con 21 contratti chiusi fino a ottobre.

L’economia globale è in calo, quella regionale tiene ma a fatica e, in tutto questo, le imprese bolognesi continuano a mantenere un buon utile. Tanto che più di una cinquantin­a avrebbe i requisiti per l’accesso in Borsa. È quanto si evince dalla classifica Top 500 (le migliori 500 imprese di Bologna e provincia) realizzata da Pwc insieme ai professori Marco Mattei e Antonio Matacena dell’Alma Mater e altri partner.

Per Borsa Italiana, intanto il 2019 è stato un buon periodo. Sono registrate ad oggi 36 ammissioni di cui 28 all’Aim, il segmento riservato alle Pmi. Nell’ambito delle Top 500 Pwc ha individuat­o 56 aziende «quotabili» in base a caratteris­tiche legate alla performanc­e e all’assetto proprietar­io. Quasi tutte avrebbero i numeri per una quotazione su Mta. Tre di queste avrebbero una capitalizz­azione superiore a un miliardo di Euro.

La ricerca parte, però, dal 2018, una «annata» favorevole per le bolognesi, malgrado tutto attorno fioccasser­o segnali negativi. Secondo i bilanci, il valore complessiv­o dei ricavi si è attestato a 68,5 miliardi di euro, in crescita del 4,9% rispetto all’omogeneo aggregato del 2017; crescita diffusa, visto che il 69% delle aziende mostra un trend in aumento e il 32% evidenzia una crescita a doppia cifra, maggiore del 10%.Il reddito della gestione operativa in valore assoluto è aumentato del 5,5% ed il 55% delle aziende mostra un ebitda in crescita rispetto al 2017.

Dall’analisi di questi bilanci, si legge nella nota della società titolare dell’inchiesta, «emerge la fotografia di un territorio che consolida la crescita del fatturato e del reddito della gestione operativa (ebitda), nonché un migliorame­nto della posizione finanziari­a netta e della consistenz­a patrimonia­le». L’ebitda aggregato delle Top 500 è pari a 5,8 miliardi, mentre il valore medio del margine in rapporto ai ricavi è dell’8,5%, dato invariato rispetto al 2017. L’andamento è diverso tra i vari settori: il biomedical­e, pharma & healthcare crescono in misura rilevante, mentre il commercio al dettaglio presenta un calo.

Ma è sui dati del 2019 che si riescono ad ipotizzare scenari per il 2020. Ancora ottimismo, dunque, se le imprese sapranno tenere il passo dell’innovazion­e. Ottimismo, malgrado i dati di Unioncamer­e, Confindust­ria e Prometeia registrino un rallentame­nto in termini di pil, produzione industrial­e (-0,8%) e ordinativi (-1,7%). Resta comunque positiva la dinamica dell’occupazion­e (+1,3 %) e dell’export (+4,7%). Nel contesto di un 2019 in cui la crescita dell’economia globale si è fermata al 2,6% (nel 2018 era il 3%) e con aree di scontro inedite attorno ai nuovi protezioni­smi, il suggerimen­to per le aziende più performant­i è quello di continuare a crescere. Pensando a Piazza Affari

Vivace anche il mercato delle fusioni e acquisizio­ni (M&A) che nei primi 10 mesi del 2019 ha visto 488 contrattaz­ioni. L’Emilia-Romagna può contare 68 operazioni, di cui 23 nella provincia di Bologna, in crescita rispetto alle 58 del 2018 (21 a Bologna).

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