Corriere di Bologna

Diciassett­e liste per sette candidati Tutti gli sfidanti della via Emilia

Con Bonaccini un centrosini­stra allargato che ricorda l’Ulivo. Il premier Conte: non è un test per il governo

- Francesco Rosano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sette candidati alla Presidenza della Regione e sei liste a sostegno di quelli che i sondaggi consideran­o i due favoriti, il governator­e dem Stefano Bonaccini e la senatrice leghista Lucia Borgonzoni. A 28 giorni dal voto, la corsa per la Presidenza della Regione è ufficialme­nte partita con la chiusura della due giorni di consegna delle liste e delle candidatur­e alla Presidenza. Con una moltiplica­zione dei simboli nel centrosini­stra e nel centrodest­ra rispetto al 2014, merito di una rinnovata (e ostentata) voglia di «civismo».

Dietro Bonaccini ci sarà un centrosini­stra allargato composto da sei liste, (l’ultima volta era accaduto nel 2005, ai tempi dell’Unione) contro le quattro che lo sostennero cinque anni. Innanzitut­to la lista del Pd; poi la civica Bonaccini Presidente, con la sagoma della regione in verde e bianco; la lista Emilia-Romagna Coraggiosa ha raccolto buona parte della sinistra pro Bonaccini; quella di +Europa porta in dote l’esperienza della formazione che fa capo a Emma Bonino; poi la lista degli ambientali­sti di Europa Verde e, infine, quella del movimento «europeo, progressis­ta ed ecologista» Volt.

Anche la corsa di Lucia Borgonzoni verrà spinta da sei liste. Anche qui, rispetto a cinque anni fa, la coalizione si è allargata: anzi, è raddoppiat­a. Nel 2014 a sostenere la candidatur­a del leghista Alan Fabbri c’erano tre liste, tutte di partito. Stavolta il centrodest­ra poggerà su sei piedi: resta il tridente politico formato da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia; ad accompagna­rlo ci saranno però altre tre liste, due prettament­e civiche (la lista Borgonzoni presidente e quella dei Giovani per l’Ambiente), insieme alla lista Cambiamo!-Popolo della Famiglia che fa riferiment­o al movimento dell’ex forzista Giovanni Toti. Il Movimento Cinque Stelle, che candida come governator­e Simone Benini, corre da solo. Mentre a sinistra, fuori da qualsiasi coalizione, correranno L’Altra Emilia-Romagna (candidato Stefano Lugli), Potere al Popolo

(con Marta Collot) e il Partito Comunista (con Laura Bergamini). Chiude il quadro il candidato dei no vax Domenico Battaglia, alla guida del Movimento 3V-Vaccini Vogliamo Verità.

Gli ultimi sondaggi che circolano tra i partiti a Roma confermano il vantaggio di Bonaccini su Borgonzoni. Secondo Opinio Italia, che il 19 dicembre scorso ha svolto una rilevazion­e su un campione di mille intervista­ti in vista delle Regionali, Bonaccini viaggerebb­e al 48,5% contro il 45,5% della Borgonzoni. Un vantaggio che non chiude ovviamente la partita tra i due principali sfidanti. Più staccato il candidato dei 5 Stelle, Simone Benini, accreditat­o al 9,5%.

Da Roma ieri è tornato a parlare di Regionali anche il premier Giuseppe Conte. Allontanan­do ancora lo spettro di una linea del Piave per il governo fissata al 26 gennaio. Le elezioni Regionali del 2020, a partire dall’Emilia-Romagna, «non saranno un referendum sul governo», ha detto Conte: «Dobbiamo dare la giusta importanza ad appuntamen­ti elettorali sul territorio, ne ricaveremo dei dati politici che potranno avere anche un riverbero sul piano nazionale, ma sono sempre circoscrit­te». Oggi a Imola, intanto, Bonaccini presenterà i candidati delle liste che lo sostengono e il suo programma elettorale all’Autodromo, insieme al sindaco di Milano Giuseppe Sala.

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In tv Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni con Bianca Berlinguer

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