Diciassette liste per sette candidati Tutti gli sfidanti della via Emilia
Con Bonaccini un centrosinistra allargato che ricorda l’Ulivo. Il premier Conte: non è un test per il governo
Sette candidati alla Presidenza della Regione e sei liste a sostegno di quelli che i sondaggi considerano i due favoriti, il governatore dem Stefano Bonaccini e la senatrice leghista Lucia Borgonzoni. A 28 giorni dal voto, la corsa per la Presidenza della Regione è ufficialmente partita con la chiusura della due giorni di consegna delle liste e delle candidature alla Presidenza. Con una moltiplicazione dei simboli nel centrosinistra e nel centrodestra rispetto al 2014, merito di una rinnovata (e ostentata) voglia di «civismo».
Dietro Bonaccini ci sarà un centrosinistra allargato composto da sei liste, (l’ultima volta era accaduto nel 2005, ai tempi dell’Unione) contro le quattro che lo sostennero cinque anni. Innanzitutto la lista del Pd; poi la civica Bonaccini Presidente, con la sagoma della regione in verde e bianco; la lista Emilia-Romagna Coraggiosa ha raccolto buona parte della sinistra pro Bonaccini; quella di +Europa porta in dote l’esperienza della formazione che fa capo a Emma Bonino; poi la lista degli ambientalisti di Europa Verde e, infine, quella del movimento «europeo, progressista ed ecologista» Volt.
Anche la corsa di Lucia Borgonzoni verrà spinta da sei liste. Anche qui, rispetto a cinque anni fa, la coalizione si è allargata: anzi, è raddoppiata. Nel 2014 a sostenere la candidatura del leghista Alan Fabbri c’erano tre liste, tutte di partito. Stavolta il centrodestra poggerà su sei piedi: resta il tridente politico formato da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia; ad accompagnarlo ci saranno però altre tre liste, due prettamente civiche (la lista Borgonzoni presidente e quella dei Giovani per l’Ambiente), insieme alla lista Cambiamo!-Popolo della Famiglia che fa riferimento al movimento dell’ex forzista Giovanni Toti. Il Movimento Cinque Stelle, che candida come governatore Simone Benini, corre da solo. Mentre a sinistra, fuori da qualsiasi coalizione, correranno L’Altra Emilia-Romagna (candidato Stefano Lugli), Potere al Popolo
(con Marta Collot) e il Partito Comunista (con Laura Bergamini). Chiude il quadro il candidato dei no vax Domenico Battaglia, alla guida del Movimento 3V-Vaccini Vogliamo Verità.
Gli ultimi sondaggi che circolano tra i partiti a Roma confermano il vantaggio di Bonaccini su Borgonzoni. Secondo Opinio Italia, che il 19 dicembre scorso ha svolto una rilevazione su un campione di mille intervistati in vista delle Regionali, Bonaccini viaggerebbe al 48,5% contro il 45,5% della Borgonzoni. Un vantaggio che non chiude ovviamente la partita tra i due principali sfidanti. Più staccato il candidato dei 5 Stelle, Simone Benini, accreditato al 9,5%.
Da Roma ieri è tornato a parlare di Regionali anche il premier Giuseppe Conte. Allontanando ancora lo spettro di una linea del Piave per il governo fissata al 26 gennaio. Le elezioni Regionali del 2020, a partire dall’Emilia-Romagna, «non saranno un referendum sul governo», ha detto Conte: «Dobbiamo dare la giusta importanza ad appuntamenti elettorali sul territorio, ne ricaveremo dei dati politici che potranno avere anche un riverbero sul piano nazionale, ma sono sempre circoscritte». Oggi a Imola, intanto, Bonaccini presenterà i candidati delle liste che lo sostengono e il suo programma elettorale all’Autodromo, insieme al sindaco di Milano Giuseppe Sala.