Corriere di Bologna

Il grande duello

- Luca Aquino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Non arrivasse in coda al derby, con l’interminab­ile attesa che l’ha preceduto, di questa Virtus-Milano si starebbe parlando da settimane. La sfida che tutti attendono con i suoi mille temi: il ritorno di Messina a Bologna contro il club del quale è l’allenatore più vincente della storia; la sfida stellare Teodosic-Rodriguez; l’assalto dell’ambiziosa Segafredo capolista alla corazzata Armani in quella che promette di essere la rivalità più forte dei prossimi anni. «Sarà bellissimo per tutti misurarsi con la squadra migliore in Italia non da quest’anno. Mi permetto di ritenerla così anche io, ma da persona che ama competere il mio pensiero interno è un po’ diverso», sottolinea Sasha Djordjevic.

Sarà spettacolo per gli ottomila in Fiera — restano circa 700 biglietti quasi tutti nel settore Stage più popolare — e per gli spettatori in television­e con la partita che andrà in diretta su Rai Due (ore 15.30) come non accadeva, per una sfida di regular season, da oltre quindici anni (24 aprile 2004: Napoli-Reggio Calabria, come ricorda Legabasket). Sono invece sei gli anni passati dall’ultima vittoria della Virtus in campionato sull’Olimpia, un 79-71 del novembre 2013 dopo il quale sono arrivate 12 sconfitte consecutiv­e interrotte solo dalla vittoria nei quarti di Coppa Italia a Firenze lo scorso febbraio.

«In questo momento è la partita più importante del campionato, dal punto di vista sportivo e societario con due club che hanno una linea molto chiara», dice Djordjevic che a Milano ha cominciato la sua carriera italiana da giocatore vincendo la Coppa Korac 1993 e quella da allenatore nel 2006-07 lanciando Danilo Gallinari. «Oggi sono il fortunato e orgoglioso allenatore della Virtus Bologna, è questa la mia realtà. Quello che sono stato e dove vive la

Ettore Messina Le V nere vengono da un derby dominato, l’esaltazion­e è massima Con il talento di Teodosic e Markovic sarà un esame di alta difficoltà Djordjevic lancia la sfida: «Milano è il top ma amo competere Al derby non penso più, guardo solo ad arrivare al loro livello»

mia famiglia sono un’altra cosa. Sono contento della mia carriera nella profession­e precedente, ma non ci penso più. Non penso nemmeno a quello che è stato tre giorni fa».

Se Djordjevic ha comunque un legame con Milano, dal punto di vista sportivo non può certo essere paragonabi­le a quello di Ettore Messina con la Virtus. Riassaggia­ta Bologna e il PalaDozza nella partita con la Fortitudo, di ben altro tipo è logico immaginars­i sarà l’accoglienz­a alla Segafredo Arena per il tecnico di tre scudetti, due Euroleghe, una Coppa Coppe e quattro Coppe Italia. Da avversario ha affrontato la Virtus alla guida della Benetton Treviso nel 2002-03 (una vittoria per parte) e in Eurolega con il Cska nel 200708 delle celeberrim­e gite enogastron­omiche bianconere con due vittorie dopo una sconfitta in precampion­ato a Casalecchi­o: «Uno dei più grandi allenatori europei di sempre, appena tornato sta già lasciando la sua impronta», ha detto Djordjevic senza troppi giri di parole.

«Giochiamo contro una squadra che ha appena dominato il derby e vive uno stato di esaltazion­e, quindi ci aspetta una partita difficilis­sima — ribatte Messina —. Loro hanno due grandi passatori e creatori di gioco come Markovic e Teodosic, sono meritatame­nte primi in classifica e ci proporrann­o una sfida al più alto livello possibile». Dopo quello di Bologna, il derby d’Italia è servito.

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