Memorie dal lontano 1980
Dall’Irpinia alla strage del 2 agosto «pubbliCITTÀ lost & found»: installazioni sulle fermate Tper da domenica fino al 31 gennaio
Il 1980 raccontato da chi allora non era ancora nato. Un anno segnato da fatti tragici che hanno lasciato tracce indelebili su Bologna, dalla strage alla stazione a quella di Ustica. Quarant’anni dopo la città sta preparando una serie di iniziative per i due anniversari che seguiranno, anticipa l’assessore comunale alla Cultura Matteo Lepore, «un metodo di lavoro partecipativo nel solco di un impegno civile identitario, perché Bologna da sempre è culla della rigenerazione della passione civile del Paese». Nell’attesa si comincia già con il percorso «pubbliCITTÀ lost&found», che attraverserà da domenica a fine mese strade, piazze e luoghi privati e pubblici di Bologna.
Alla base c’è uno stimolo dell’associazione Serendippo, che a novembre aveva lanciato una «call» per artisti tra i 18 e i 40 anni, chiamati a interpretare proprio il 1980 «perché la storia torni alla città e per prendersi cura della memoria». Un anno, ricorda Etta Polico per l’associazione, «particolarmente complesso per l’Italia, di trasformazione. Con l’entrata in vigore del Servizio Sanitario Nazionale, la presentazione del progetto di legge di iniziativa popolare contro la violenza sessuale, il terremoto in Irpinia, la nascita della tv commerciale e la strage del 2 agosto».
La giuria, composta da Cinzia Venturoli, Lorenzo Balbi, Roberta Caldana, Fabiola Naldi, Ivano Ruscelli e dalla stessa Polico, ha selezionato sei progetti che saranno visibili durante i giorni di «Art City» sulle pensiline Tper delle fermate delle linee 27-28 e 37 e in alcuni altri luoghi. Oltre a due ulteriori performance che si svolgeranno, invece, in primavera di cui una, «Cura» di Francesca Arri, si terrà tra il giardino del Mambo e via Rizzoli 4, dove alcuni performer simuleranno una sorta di guerriglia, usando come armi dei deodoranti al borotalco.
Per poi prendersi cura delle persone come se fossero vittime di un attentato da soccorrere, richiamando l’esperienza di chi era scampato al disastro del 2 agosto.
Ad accompagnare le opere visibili già da domenica ci saranno raccolte di strilli e immagini di quotidiani sugli eventi del 1980, disseminate in spazi come la biglietteria Tper della Fiera, l’Ottagono Tper di piazza IV novembre e la Parafarmacia Alkemia di via Lame. La vincitrice del concorso è risultata Letizia Calori, bolognese classe 1986, con «Clash City Rockers». Un lavoro che rimanda a quel contestatissimo concerto dei Clash del primo giugno 1980, voluto dal Comune dopo i disordini del ‘77. Attraverso l’elenco delle canzoni suonate quella sera e la possibilità di riascoltarle grazie a una serie di QR code applicati a diversi luoghi della città.
«Est/Ovest (2 agosto 1980)» è invece un’installazione video e sonora di Beatrice Caruso che punta sul contrasto tra i due orologi della stazione. Quello del piazzale est, che rimase fermo all’ora in cui esplose la bomba, e quello del piazzale ovest che continuava a scorrere e segnare l’orario, con «le persone passate dall’ala est un momento prima che sono il tempo che continua a scorrere indisturbato».
Gli altri interventi sono quelli di Silvia Cicconi, con immagini delle vittime bucate come fossero grate di confessionali e sovrapposte a fotografie della stazione di quel 2 agosto 1980 a simboleggiare bugie e confessioni, di Hazkj con 6 poster sul turbolento decennio, Ambidestrismo Amorale con una provocatoria cartolina e Dresscodeguru Lab con tre collage ispirati alla statua del Nettuno.
Il progetto coinvolgerà anche alcune scuole sulla figura di Agide Melloni, l’autista che per quindici ore trasportò le vittime dell’attentato su quell’autobus 37 che, osserva Roberta Caldana di Tper, «è di tutta la città e quest’anno potrebbe essere adatto per una riflessione su come dargli uno spazio adeguato».