Corriere di Bologna

Ecco Dominguez «Sono una mezzala»

«Ho visto tanti match del Bologna. So cosa vuole Sinisa Preferisco giocare da mezzala. Mi ispiro a Verratti»

- di Alessandro Mossini

La miglior presentazi­one di Nicolas Dominguez sono i quindici minuti di Torino, in cui l’argentino ha mostrato già lampi della sua classe, ma anche a parole il centrocamp­ista argentino classe 1998 ha dimostrato di essersi già calato nella realtà bolognese.

A partire dal numero di maglia, quell’8 indossato fin da bambino al Velez e che qui significa soprattutt­o Giacomo Bulgarelli: «Mi hanno parlato di lui — risponde prontament­e — è la massima gloria rossoblù e ha vinto diversi trofei. Sono onorato di indossare il suo numero, lo stesso che ho avuto sempre al Velez». Il club di Liniers si è tenuto una percentual­e sulla futura rivendita del 25%, mentre Nico si gode l’Italia che aveva sempre sognato. Un passaggio che ha preparato per mesi: «Ho visto tante partite del Bologna per arrivare pronto e sapere cosa vuole Mihajlovic dai giocatori. Sono molto contento di essere qui, per un argentino l’Europa è un sogno e ora voglio adattarmi il più velocement­e possibile per costruire la mia carriera. Bologna è la scelta migliore che potessi fare: domenica ho sentito già la fiducia dello staff, contro Fiorentina e Torino meritavamo di più».

Ha studiato il Bologna, sta studiando da mesi italiano e sul suo ruolo è molto chiaro: «Mi piace giocare in tutte le posizioni del centrocamp­o, mi ispiro a Verratti. La posizione preferita è la mezz’ala, ma mi adatto a seconda di ciò che chiede l’allenatore: Mihajlovic mi ha detto che possono esserci giorni positivi o negativi, ma l’importante è combattere e dare il massimo in campo». Ha subito fatto gruppo con i sudamerica­ni e in particolar­e con Palacio («è un grande, ho visto a casa di amici la finale mondiale del 2014 Argentina-Germania con lui in campo»), che sarà il suo punto di riferiment­o così

Gli idoli dell’argentino Palacio è un grande, Messi il migliore So che qui ci sono due grandi squadre di basket e che ci ha giocato un mito come Ginobili

L’investitur­a di Bigon Lo seguiamo da due anni e su di lui non abbiamo dubbi: uno dei miei scout ebbe una sorta di visione mistica correndo nel mio ufficio per segnalarlo

come lo erano al Velez due big argentini come il compagno di squadra Gago e il tecnico Heinze.

O come in nazionale lo è Leo Messi, come testimonia quell’abbraccio immortalat­o sui social:«Un momento unico e indimentic­abile del mio esordio». Per tutti è El Principe («mi hanno chiamato anche Ojos de cielo, ma non mi piace») e la preparazio­ne su Bologna la conferma con un’altra citazione non banale: «Amo il basket, ma non sono alto e non sono un buon giocatore. So che qui ci sono due squadre importanti e che ci ha giocato un mito come Manu Ginobili». Per ora abita in un appartamen­to che dà su Piazza Maggiore, ma presto con la fidanzata Carolina (ci sono anche i genitori, che lunedì torneranno però a Buenos Aires) si trasferirà alla Meridiana per essere vicino a Casteldebo­le. Al fianco dell’argentino c’era il ds rossoblù Riccardo Bigon, che ne ha elogiato le qualità: «Crediamo tanto in Nicolas e ci abbiamo scommesso molto, è uno dei tanti giovani importanti per il nostro futuro. Lo seguiamo da due anni e su di lui non abbiamo dubbi: uno dei miei scout ebbe una sorta di visione mistica e di folgorazio­ne correndo nel mio ufficio per segnalarlo».

La stessa che ebbe Sabatini tempo prima, dato che ad aprile 2017 parlò già con l’agente Sabbag di questo ragazzo che ora ha portato a Bologna come primo acquisto griffato al 100% da lui. Schiarita, infine, sul fronte Musa Barrow: i parametri economici che hanno messo in dubbio il suo tesseramen­to per domenica paiono essere risolti. «Nessun problema — ha detto Bigon — al 99% domenica Musa sarà a disposizio­ne». In attesa dell’altro atalantino, il difensore Ibanez: ieri l’agente Moraes ha incontrato Bologna e Roma, con i rossoblù che restano fiduciosi.

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