Ecco Dominguez «Sono una mezzala»
«Ho visto tanti match del Bologna. So cosa vuole Sinisa Preferisco giocare da mezzala. Mi ispiro a Verratti»
La miglior presentazione di Nicolas Dominguez sono i quindici minuti di Torino, in cui l’argentino ha mostrato già lampi della sua classe, ma anche a parole il centrocampista argentino classe 1998 ha dimostrato di essersi già calato nella realtà bolognese.
A partire dal numero di maglia, quell’8 indossato fin da bambino al Velez e che qui significa soprattutto Giacomo Bulgarelli: «Mi hanno parlato di lui — risponde prontamente — è la massima gloria rossoblù e ha vinto diversi trofei. Sono onorato di indossare il suo numero, lo stesso che ho avuto sempre al Velez». Il club di Liniers si è tenuto una percentuale sulla futura rivendita del 25%, mentre Nico si gode l’Italia che aveva sempre sognato. Un passaggio che ha preparato per mesi: «Ho visto tante partite del Bologna per arrivare pronto e sapere cosa vuole Mihajlovic dai giocatori. Sono molto contento di essere qui, per un argentino l’Europa è un sogno e ora voglio adattarmi il più velocemente possibile per costruire la mia carriera. Bologna è la scelta migliore che potessi fare: domenica ho sentito già la fiducia dello staff, contro Fiorentina e Torino meritavamo di più».
Ha studiato il Bologna, sta studiando da mesi italiano e sul suo ruolo è molto chiaro: «Mi piace giocare in tutte le posizioni del centrocampo, mi ispiro a Verratti. La posizione preferita è la mezz’ala, ma mi adatto a seconda di ciò che chiede l’allenatore: Mihajlovic mi ha detto che possono esserci giorni positivi o negativi, ma l’importante è combattere e dare il massimo in campo». Ha subito fatto gruppo con i sudamericani e in particolare con Palacio («è un grande, ho visto a casa di amici la finale mondiale del 2014 Argentina-Germania con lui in campo»), che sarà il suo punto di riferimento così
Gli idoli dell’argentino Palacio è un grande, Messi il migliore So che qui ci sono due grandi squadre di basket e che ci ha giocato un mito come Ginobili
L’investitura di Bigon Lo seguiamo da due anni e su di lui non abbiamo dubbi: uno dei miei scout ebbe una sorta di visione mistica correndo nel mio ufficio per segnalarlo
come lo erano al Velez due big argentini come il compagno di squadra Gago e il tecnico Heinze.
O come in nazionale lo è Leo Messi, come testimonia quell’abbraccio immortalato sui social:«Un momento unico e indimenticabile del mio esordio». Per tutti è El Principe («mi hanno chiamato anche Ojos de cielo, ma non mi piace») e la preparazione su Bologna la conferma con un’altra citazione non banale: «Amo il basket, ma non sono alto e non sono un buon giocatore. So che qui ci sono due squadre importanti e che ci ha giocato un mito come Manu Ginobili». Per ora abita in un appartamento che dà su Piazza Maggiore, ma presto con la fidanzata Carolina (ci sono anche i genitori, che lunedì torneranno però a Buenos Aires) si trasferirà alla Meridiana per essere vicino a Casteldebole. Al fianco dell’argentino c’era il ds rossoblù Riccardo Bigon, che ne ha elogiato le qualità: «Crediamo tanto in Nicolas e ci abbiamo scommesso molto, è uno dei tanti giovani importanti per il nostro futuro. Lo seguiamo da due anni e su di lui non abbiamo dubbi: uno dei miei scout ebbe una sorta di visione mistica e di folgorazione correndo nel mio ufficio per segnalarlo».
La stessa che ebbe Sabatini tempo prima, dato che ad aprile 2017 parlò già con l’agente Sabbag di questo ragazzo che ora ha portato a Bologna come primo acquisto griffato al 100% da lui. Schiarita, infine, sul fronte Musa Barrow: i parametri economici che hanno messo in dubbio il suo tesseramento per domenica paiono essere risolti. «Nessun problema — ha detto Bigon — al 99% domenica Musa sarà a disposizione». In attesa dell’altro atalantino, il difensore Ibanez: ieri l’agente Moraes ha incontrato Bologna e Roma, con i rossoblù che restano fiduciosi.