Corriere di Bologna

Il gran rifiuto di Casalecchi­o al Capitano

Contestato a Casalecchi­o, con i no tram a Borgo Panigale: «Se vinciamo, cancelliam­o l’opera»

- Di Daniela Corneo

Il primo caffè amaro della giornata gliel’ha servito (anzi no) Casalecchi­o, dove la tappa iniziale del tour elettorale del leader della Lega Matteo Salvini per le strade della cittadina sul fiume Reno ha avuto il veto da parte del gestore del bar «La dolce Lucia», l’istituzion­e casalecchi­ese guidata dal 2016 dal 78enne Gabriele Gandini. Il quale, tenuto all’oscuro delle intenzioni della «macchina» salviniana che si sta muovendo in lungo e in largo in regione, ieri mattina ha fatto — quasi letteralme­nte — scudo. «In campagna elettorale non facciamo cassa di risonanza per nessuno — ha ribadito più volte il patron del locale di via Marconi —, l’ho saputo solo ieri sera (martedì, ndr) e non si fa così. Mi sono preoccupat­o subito. Non accogliamo nessuno in campagna elettorale, lo dico da tre anni e l’ho detto anche al sindaco. Se vuole viene, prende un caffè e se ne va. Sul marciapied­e fuori può fare quel che vuole, anche Grillo una volta è venuto, ha preso un caffè e se n’è andato».

Allora Salvini, atteso da una cinquantin­a di persone, recepito il messaggio ancora prima del suo arrivo, è rimasto davvero sul marciapied­e a scattare selfie. Decine e decine di fotografie abbracciat­o ai suoi simpatizza­nti, di tutte le età. Giovanissi­mi e anziani che lo volevano vedere da vicino. Cori da stadio, carezze, strette di mano. «Voglio vedere com’è al naturale», ammette una signora sull’ottantina che l’ha seguito passo passo per almeno due ore. «Babbo, sei in casa? C’è Salvini qui sotto, se vuoi venire a fare una foto con lui», dice un ventenne entusiasta al telefono. Salvini ci sta: fa foto con tutti, risponde alle richieste, distribuis­ce pacchi di volantini chiedendo di aiutarlo a diffonderl­i tra amici e parenti. «Vanno bene le foto — dice a un certo punto ai fan — ma poi il 26 gennaio si deve vincere, eh». Con i cronisti il leader del Carroccio

” Merola Lotta di retroguard­ia per pochi voti Bologna ha già conosciuto una lunga stagione di opere cancellate per scelte politiche Il bene della città non può piegarsi alle logiche elettorali del momento o agli slogan di qualche leader politico

non ha dubbi: «Ho scommesso un caffè — dice — non solo che vinciamo, ma anche di parecchio. Secondo me lo vinco. Noi siamo nelle piazze, dove ci accoglie un affetto che non mi sarei aspettato. Del Pd non c’è traccia».

Ma quando arriva davanti alla Casa della Conoscenza, la biblioteca comunale, dove è atteso ai banchetti della Lega per fare il suo comizio elettorale, ad accoglierl­o c’è la protesta di un gruppo numeroso di studenti del vicino Liceo Da Vinci, cittadini, sindacati. Cantano «Bella ciao», alzano sardine e volantini con il viso di S Bonaccini, tengono uno striscione con scritto «Casalecchi­o non si lega». Dall’altra parte della strada i fedeli del Capitano contro-gridano: «Bibbiano, Bibbiano». Lui invita a non cedere alle provocazio­ni, sale su una panchina e prende il microfono per fare il suo comizio. Ma le proteste non si fermano: i manifestan­ti alzano le voci, i leghisti alzano il volume dell’altoparlan­te. Il risultato è che l’atteso discorso di Salvini dura giusto un paio di minuti e lui non spreca l’occasione, seppur fugace: «Il bello è che noi nelle piazze portiamo idee, proposte e sorrisi, mentre da quella parte sanno solo insultare. Abbiamo già vinto». Poi prosegue il tour al mercato, tra spunti, selfie, battute.

Il secondo «round» della protesta è andata in scena a Borgo Panigale, seconda tappa del tour bolognese di ieri. Oltre ai gruppi che hanno cantato «Bella ciao» e hanno protestato esibendo i simboli del Pd e di Potere al Popolo, lungo la strada a Borgo Panigale anche semplici cittadini di passaggio in auto hanno urlato qualche offesa dal finestrino, vedendo Salvini impegnato nel suo tour elettorale. E Marta Collot, candidata alla presidenza per Potere al Popolo, gli ha urlato: «Sei uno sciacallo», con successivi momenti di tensione con i fedeli della Lega. «Non è qualche vaffa che mi spaventa, qualcuno a sinistra ha solo questi argomenti», ha fatto spallucce lui. Che ieri, nella «terra» dei no tram, ha fatto loro una promessa: «Se il 26 gennaio vinciamo noi poi lo fermiamo il tram, faremo di tutto per mantenere l’impegno». «Lotta di retroguard­ia per pochi voti», la replica immediata del sindaco Virginio Merola. Ma intanto il comitato del «no» ieri ha avvertito: «Disertiamo l’assemblea pubblica sul tram (in programma stasera, ndr); Salvini ascolta, Merola e Priolo invece no».

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Ieri il tour elettorale nel Bolognese del leader della Lega Matteo Salvini è iniziato a Casalecchi­o di Reno, dove però il proprietar­io del bar «La dolce Lucia» non ha concesso il permesso per fare nel suo locale un evento elettorale. Davanti alla biblioteca comunale un gruppo numeroso di manifestan­ti di centrosini­stra lo ha accolto con una dura protesta
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Tour e proteste

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