Regione, in 200 lavorano al freddo
Negli uffici di viale Silvani impianti sono andati ko: e c’è il rischio legionella
Nei bagni ci sono 8 gradi e i dipendenti della Regione della sede di via Silvani 6 ci vanno con il cappotto. Termosifoni rotti, bagni inagibili, impianti che perdono acqua, niente mensa e ora pure il rischio legionella. Insomma, uffici da incubo. I lavoratori di Arpae, Agenzia per la sicurezza territoriale e Protezione civile sono infuriati e hanno scritto una lettera di fuoco al governatore Stefano Bonaccini e ai dirigenti di viale Aldo Moro con decine di firme allegate.
Nei bagni ci sono 8 gradi e i dipendenti della Regione della sede di via Silvani 6 ci vanno con il cappotto. Termosifoni rotti, bagni inagibili, impianti che perdono acqua, niente mensa e ora pure il rischio legionella. Insomma, uffici da incubo.
I lavoratori di Arpae, Agenzia per la sicurezza territoriale e Protezione civile sono infuriati e hanno scritto una lettera di fuoco al governatore Stefano Bonaccini e ai dirigenti di viale Aldo Moro con decine di firme allegate.
Per il momento la risposta non è arrivata. E anche il sindacato ha preferito non cavalcare il caso che in tempi di campagna elettorale rischia di diventare scivoloso. Così continua il calvario di circa 200 dipendenti pubblici che, in attesa da oltre dieci anni di trasferirsi al Tecnopolo, lavorano sui viali come se fossero all’Isola dei famosi.
Lo stabile occupato dalla Regione in affitto da Generali avrebbe bisogno di diversi interventi di riqualificazioni. Lo scenario infernale l’hanno tratteggiato i lavoratori nella loro missiva. Servizi igienici, «carenti di acqua ed alcuni non utilizzabili a causa del guano di piccione», impianto idraulico «le cui perdite negli ultimi mesi hanno già comportato lo sgombero momentaneo di alcuni uffici», impianti di climatizzazione «inadeguati sia nel periodo estivo perché non adatti a rendere sopportabile la temperature degli uffici esposti al sole, sia e soprattutto nel periodo invernale perché non funzionanti».
Ecco la lunga lista di doglianze indirizzate sia a Bonaccini sia alla direzione generale. A queste andrebbero poi aggiunti i guai della mensa e l’impianto di illuminazione spesso rotto sia al piano interrato sia nel vano scale.
In più, come recita la comunicazione della Regione, «lo scorso 20 dicembre, la proprietà dell’immobile ha comunicato che «nell’impianto idrosanitario di un bagno è stata rilevata una presenza di legionella. Per questo motivo il bagno in oggetto è stato chiuso in attesa delle manutenzioni».
Da lì è partita la psicosi dei lavoratori che temono il contagio. In attesa dei risultati definitivi, la Regione ha fatto sapere che dalle letture preliminari «si evidenzia una presenza di colonie di legionella con una carica microbica tale da richiedere interventi di manutenzione preventiva».
In attesa dei trattamenti di disinfezione, la Regione ha licenziato una lista di consigli «l’utilizzo della sola acqua fredda da tutti gli altri lavandini; è opportuno abbassare il copriwater del wc prima di tirare lo sciacquone, per evitare di essere esposti all’aerosol generato dallo scarico dell’acqua; presso i terminali ai quali non sono stati applicati i filtri assoluti, è consigliabile evitare di esporre direttamente il viso all’acqua, ad esempio lavandosi i denti o il viso stesso». A fine settimana, si dice, dovrebbero esserci i primi interventi. Di certo la sede distaccata della Regione in via Silvani non dovrebbe vincere l’edizione 2020 della classifica «Great Place to Work».