Corriere di Bologna

Il mito della serrata al Cantagallo contro Almirante

- Marco Marozzi

Il digiuno di Giorgio Almirante è un mito dell’antifascis­mo anni 70. Il centinaio di dipendenti dell’Autogrill del Cantagallo, sull’Autosole, il 18 giugno 1973 si rifiutò di servire e rifornire di benzina il segretario del Movimento sociale. «Basta un cenno e tutti i compagni / Dal self service ai distributo­ri / Per i fascisti e i fucilatori / Gli gridavan qui posto non c’è», musicò il Canzoniere delle Lame. In realtà l’ex capo di gabinetto del ministro alla Cultura popolare della Repubblica di Salò fu costretto a rinunciare «a un cotechino e a uno zampone». E al pieno. Racconto — mai contestato — del direttore del Mottagril, Nicola Colamonico, al Corriere della Sera. «A eccezione di una persona tutti gli altri hanno mangiato anche la frutta. Hanno pagato, sono rimasti una decina di minuti, mentre le attività del ristorante era bloccate a discapito di un’altra trentina di clienti». I miti comunque sono miti. Per antifascis­ti e fascisti di allora: una squadracci­a guidata da Pietro Cerullo qualche giorno dopo fa un’irruzione al Mottagrill. Fra il riconoscim­ento di Almirante — «Lei è fascista, io non la servo» disse, secondo il mito, la cassiera ad Almirante, trattenuto a stento da donna Assunta — , la proclamazi­one dello sciopero, l’avviso e l’arrivo dei sindacalis­ti da Bologna passò del tempo, questi ultimi riuscirono pure a incontrare i missini che se ne andavano e litigarci. Il presidente del Consiglio, il dc Mariano Rumor, anticipò «misure», 45 scioperant­i furono processati e assolti. «L’altro giorno sull’autostrada sul versante che porta a Bologna — cantava Piero Nissim — viaggiava un topo di fogna a digiuno dovette restar». Corsi e ricorsi. La lotta di classe fra gli scaffali la combattero­no le commesse della Standa, quando Silvio Berlusconi, padrone ma non ancora politico, comprò il gruppo nel 1988. «Andate alle coop» dicevano ai clienti le ex colleghe di Miriam Degli Esposti, mamma di Veronica Lario, bolognese di via Altabella. «Veniva qui con… il zibellino». In compenso a fine 2004, quando il Cavaliere inaugurò l’Ipermercat­o a Casalecchi­o preannunci­ando la sua «discesa in campo», gli amministra­tori Pds non lo presero sul serio, inchinando­si al business. E Matteo Salvini del 2016 stupì presentand­osi alla Fiera del Libro per Ragazzi con Lucia Borgonzoni allora candidata sindaca: gli urlarono contro due ragazzi all’entrata, poi lui passeggiò fra stand e selfie («mia sorella ha una libreria») e se ne andò con vari regali: un libro di favole dalla Bibbia, uno spagnolo di una serie con protagonis­ta Matteo «che dice parolacce», due donatigli dalle signore dello stand dell’Istituto di cultura iraniana con cui si fermò a chiacchier­are.

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L’articolo sui dipendenti del Cantagallo contro Giorgio Almirante
Nel 1973 L’articolo sui dipendenti del Cantagallo contro Giorgio Almirante

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