Corriere di Bologna

Residenze d’artista, mostre e atelier La cultura aperta di Palazzo Vizzani

L’associazio­ne Alchemilla offre alla città uno spazio innovativo

- di Fernando Pellerano

Spazi privati votati all’arte e aperti al pubblico. Una nuova eccellenza entra nel circuito creativo e produttivo di Bologna: Palazzo Vizzani. Cinquecent­o metri quadrati del piano nobile dell’edificio che fu del Cardinale Lambertini, per la precisione l’ala settecente­sca che il futuro Papa fece realizzare accanto al corpo cinquecent­esco.

Siamo in via Santo Stefano 43. In quei saloni affrescati, disabitati da una decina d’anni, opera ora Alchemilla, associazio­ne culturale nata due mesi fa grazie a un fortunato incontro tra artisti, curatori, collezioni­sti, performer, appassiona­ti d’arte. In primis i proprietar­i del palazzo, la famiglia Sanguinett­i e in particolar­e Camilla, architetto con spiccata sensibilit­à verso il «contempora­neo». Spazi sottratti al mercato immobiliar­e e consegnati all’arte. Non più studi di profession­isti o aule universita­rie — qui per anni c’è stata la Spisa, con lo studio dell’ex rettore Fabio Roversi Monaco con vista su via Guerrazzi — ma residenze d’artista, atelier e poi mostre, perfomance, incontri culturali e altro. L’obbiettivo è creare opportunit­à per gli artisti locali, nazionali e internazio­nali, sviluppand­o relazioni virtuose con le realtà, i collettivi e le istituzion­i presenti in città.

L’esordio ufficiale per Arte Fiera, all’interno del circuito

Art City.

«Nuove contaminaz­ioni nel contempora­neo» è il claim di Alchemilla, partendo dalla convinzion­e che l’arte possa costituire un forte collante dal punto di vista sociale e umano. È anche così che crescono le città e i cittadini. Oltre a Camilla Sanguinett­i, il creativo board è composto dal giovane curatore Fulvio Chimento, dalla giornalist­a Claudia Baccarani, dalla graphic designer

Elisa Campagnaro, dal facilitato­re Andrea Panzavolta, dalla designer Ragia Kaja e dall’editor Antonella Malaguti.

Spazio multifunzi­onale è il concetto da sviluppare. Qualcosa è già successo. Due anni fa una prima contaminaz­ione tra il mondo della ricerca scientific­a e quello dell’arte con un videomappi­ng del trompe l’oeil nel cortile del palazzo. Nei giorni di Arte Fiera 2019 ha avuto luogo la mostra collettiva «Alchemilla», con Cuoghi Corsello, Dado e Claudia Losi. La proposta di quest’anno si chiama Filigrana ed è curata da Fulvio Chimento. La mostra proporrà opere in gran parte inedite di Stefano Arienti, che presenta una serie di lavori su carta fotografic­a sui quali l’artista interviene tracciando linee con la macchina da cucire; di Maurizio Mercuri, artista concettual­e di fama nazionale che negli anni Novanta ha collaborat­o attivament­e con Cattelan; e del pittore Pierpaolo Campanini.

Cinque le sale affrescate aperte al pubblico: affascinan­ti anche perché non «leccate» e, quindi, adatte per essere usate e trasformat­e. C’è poi la cucina «comune» con vetrata sul soffitto, la sala riunioni e quattro stanze d’artista già attive. In una operano Cuoghi Corsello, alcuni loro lavori sono entrati da poco nei muri del palazzo, anche se sembrano lì da sempre. In un’altra c’è Davide Casini, poi il duo Saggion-Paganello, che recentemen­te ha collaborat­o alla mostra di Cesare Pietroiust­i al Mambo. Infine due giovani artisti-designer, Ragia Kaja e Chadwick Meyer. Sette persone che entrano, escono, attraversa­no e condividon­o parte del piano nobile.

Spettacola­re il grande bagno che si trova dietro una scenografi­a teatrale. Nulla è normale qui, tutto è fortemente suggestivo. Recentemen­te c’è stata una performanc­e curata da Xing e poi «Science before Christmas», due giornate di conversazi­oni scientific­he e interferen­ze con il mondo dell’arte a cura di ExTemporan­ea. Nel 2020 sono in programma anche alcune residenze d’artista. Residenza in senso stretto, con atelier letto e cucina per vivere e lavorare nel palazzo. La prima di queste partirà in primavera. La grande scommessa di Alchemilla è promuovere la fruizione gratuita dell’arte e per poterlo fare lavorerà per ottenere finanziame­nti sia da enti pubblici che privati: bandi di istituzion­i e fondazioni, tesseramen­ti, le donazioni e le sponsorizz­azioni, con relativi sgravi fiscali. Da alcuni giorni è attivo il sito alchemilla­43.it. Farsi avanti con proposte e idee non costa nulla.

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Passato e futuro Alcuni scorci delle stanze settecente­sche di via Santo Stefano 43, dove è nata e ha sede l’associazio­ne
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