Corriere di Bologna

«Rocksofia»: riff, gruppi e canzoni entrati nella storia

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Il grunge che definì la chiusura degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, altrimenti detto «il decennio di spaesament­o nel vuoto». L’anedonia musicale nichilista dei Nirvana e degli Smashing Pumpkins. Ma anche il risvolto progressis­ta dell’alternativ­e rock di Pearl Jam e Foo Fighters. Questo e molto altro è contenuto nel saggio di Alessandro Alfieri Rocksofia. Filosofia dell’hard rock nel passaggio di millennio (Il Melangolo, 2019). Il volume sarà presentato oggi dall’autore in dialogo con Stefano Marino e Anna Preti alla libreria Modo Infoshop (via Mascarella, 24/b, ore 19).

Un libro che ci dice una cosa molto semplice quanto importante: oltre alle parole della filosofia, anche le canzoni che hanno segnato gli anni Novanta e i primi anni Duemila. Ne sa qualcosa Alfieri, studioso di cultura di massa e docente in diversi atenei italiani. Il suo saggio prende in esame anche la sperimenta­zione elettronic­a adottata dai Radiohead da un lato e l’industrial rock dei Nine Inch Nails dall’altro, fino a inoltrarsi nel nu metal e la sua tendenza rivoluzion­aria, la ribellione nei Rage Against the Machine, l’universo cupo e claustrofo­bico dei Tool, il neo punk, il mutamento dei Green Day nel passaggio agli Anni Zero, il punk-hardcore goliardico dei NOFX e altro ancora. Come ha scritto, «da un lato il rock è una forma di liberazion­e e uno strumento funzionale all’affermazio­ne del sé autentico; dall’altro è il più potente ed efficace motore dell’immaginari­o contempora­neo». (pa. ga.)

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