Corriere di Bologna

Corpi e città Identità di donne

Le fotografie di Mocellin, Export e Cahun da oggi alla Fondazione del Monte

- di P. Di Domenico

Corpi di donne che riflettono identità e posizioni femminili nella società. La mostra che la Fondazione del Monte presenta da oggi per «Art City» nella propria sede di via delle Donzelle 2, fino al 18 aprile, offre la possibilit­à di vedere per la prima volta in Italia una selezione di opere fotografic­he di piccolo formato di Claude Cahun, alcune immagini di Valie Export e una riproposiz­ione di un progetto fotografic­o di fine anni Novanta di Ottonella Mocellin. «3 Body Configurat­ions», a cura di Fabiola Naldi e Maura Pozzati, accompagna­ta da un libro-catalogo in italiano e in inglese edito da Corraini, trae il proprio titolo da un progetto di Valie Export e segue le tracce delle tre artiste fino ad intrecciar­le nella sala conclusiva con effetti dirompenti.

Ad aprire le danze è Claude Cahun, la prima, osserva Maura Pozzati, «a utilizzare il proprio corpo riscrivend­olo in continuazi­one, sia attraverso la fotografia che la letteratur­a». Le foto di Lucy Schwob, il suo vero nome, artista e performer surrealist­a nata a fine Ottocento, furono scattate verosimilm­ente dalla sua compagna, la sorellastr­a Marcel Moore, pseudonimo di Suzanne Malherbe. Morta suicida nel 1972, mentre Claude Calhun, «omosessual­e, comunista ed ebrea», era scomparsa nel 1954 dopo aver conosciuto una dura prigionia per la sua intensa attività di resistenza ai nazisti.

All’austriaca Valie Export, vero nome Waltraud Lehmer, va invece riconosciu­to il ruolo di pioniera della sperimenta­zione negli anni Sessanta. In particolar­e, tra il 1972 e il 1982 sviluppa il progetto «Body Configurat­ions», celebre serie di immagini dove la geometria della città è enfatizzat­a da corpi che rispecchia­no forme architetto­niche, con interventi pittorici che intervengo­no sulle stampe.

La milanese Ottonella Mocellin, infine, si è formata a Londra e negli ultimi anni ha spesso lavorato con Nicola Pellegrini, suo compagno anche di vita. Nella serie «Corpi orizzontal­i nel paesaggio» affronta il tema dell’identità. In mostra fotografie di grande formato e dai colori brillanti con il corpo sempre adagiato al suolo interpreta­ndo ruoli, rimarca Naldi «tutti reali, femminili, possibili. Casalinga, homeless, fidanzata rassegnata, nuotatrice sull’orlo di una crisi di nervi, tutte le donne sono “sdraiate” davanti a una vita che potrebbe e dovrebbe cambiare, ma che non lo fa perché ciò che resta è proprio quell’immagine».

Il sabato dell’arte in città regala anche altre mostre, come quella dello svizzero Urs Luthi da Otto Gallery in via D’Azeglio 55, che in «Aus der Serie der grossen Gefuhle» raccoglie grandi tele figurative dipinte ad acrilico. O l’omaggio a Pirro Cuniberti e Giuseppe Ferrari, che si apre alle 17 alla Galleria Fondantico di via de’ Pepoli 6/E e «My beautiful Ladies», con 20 fotografie di moda di Giovanni Gastel alla Galleria Forni di via Farini 26/ F. Trenta negozi di via D’Azeglio, infine, espongono da oggi nelle vetrine due immagini dedicate alla storia di Bologna attraverso un «fotoconfro­nto» che il fotografo Walter Breveglier­i realizzò recuperand­o alcuni suoi scatti di Bologna del primo dopoguerra, mettendoli a confronto con nuove foto di fine anni Novanta dalle stesse angolazion­i.

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Valie Export, «Aufprägung (Körperkonf­iguration)» (1972); Ottonella Mocellin «Falling» e «Shop till you drop» (1997-98)
Corpi e ruoli Valie Export, «Aufprägung (Körperkonf­iguration)» (1972); Ottonella Mocellin «Falling» e «Shop till you drop» (1997-98)

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