Corriere di Bologna

Faccia a faccia di quattro ore. Bonaccini: «Con me grandi convergenz­e» L’esame degli industrial­i: «Otto politico ai candidati»

- Francesco Rosano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Alla fine Pietro Ferrari, presidente di Confindust­ria EmiliaRoma­gna, indossa le vesti del professore magnanimo. E l’otto politico per tutti, annunciato ancor prima di mettere sotto esame i tre principali sfidanti per la Presidenza della Regione (Simone Benini, Lucia Borgonzoni e Stefano Bonaccini, in rigoroso ordine di arrivo), diventa addirittur­a «otto più». Ma dopo oltre quattro ore di stress test ai candidati, con i duellanti Bonaccini e Borgonzoni «costretti» alla stretta di mano con bacio dai padroni di casa, è evidente che su diversi fronti, a partire dalle infrastrut­ture e le tasse, i vertici industrial­i emiliano-romagnoli e la senatrice leghista hanno idee decisament­e diverse.

L’effetto commission­e d’esame, con i singoli candidati testati a porte chiuse, è solo parzialmen­te smorzato dal fatto che al fianco dei tre esaminandi siedano anche Ferrari e il direttore di Confindust­ria Emilia-Romagna, Luca Rossi. Ad ascoltare e interrogar­e i candidati, c’è il resto del Consiglio di presidenza e una folta rappresent­anza delle cinque associazio­ni territoria­li di Confindust­ria. Lo studio preparato insieme con Prometeia, e inviato nei giorni scorsi ai candidati, indica la strada: «Traiettori­a 2030: lo sviluppo dell’Emilia-Romagna». L’obiettivo? Ambizioso. «L’Emilia-Romagna deve diventare la prima regione d’Europa», dice Ferrari: «Non vogliamo dettare l’agenda, ma dare un indirizzo condiviso e coeso che abbia uno sviluppo decennale».

«È un’apertura di dialogo», commenta Benini, che riconosce però i punti di distanza: «Loro chiedono grandi infrastrut­ture, noi abbiamo bocciato il Prit (Piano regionale integrato dei trasporti, ndr) e i suoi 24 miliardi che finanzia le sostenibil­ità con poche centinaia di milioni». Di fronte agli industrial­i Borgonzoni rilancia alcuni suoi cavalli di battaglia: sburocrati­zzazione, azzerament­o dell’Irap per chi forma e assume, riapertura dei punti nascita. Le chiedono del ruolo del privato nella sanità: «Può dare un grosso contributo, deve essere valorizzat­o». Sulle infrastrut­ture, però, le visioni restano lontane. «Il Passante di mezzo non è la soluzione. Serve il Passante Sud — dice la leghista — l’ho detto chiarament­e». «Non vorrei trovarmi nella malaugurat­a condizione che i miei nipoti non vedano il Passante...», dice Ferrara a proposito dell’ipotesi a Sud. E l’azzerament­o dell’Irap per chi assume? «Non credo sia tecnicamen­te possibile. Una riduzione sì». Bonaccini, che con gli industrial­i ha combattuto lo scorso anno una battaglia pro infrastrut­ture contro il governo Lega-M5S, ostenta serenità: «Un incontro molto positivo. Non contano i “voti”, dati qui anche per gentlemen’s agreement, ho visto grandi convergenz­e su tante da cose».

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Fra Bonaccini e Borgonzoni, sotto Benini
Il bacio Fra Bonaccini e Borgonzoni, sotto Benini

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