Corriere di Bologna

SERGIO E L’ODIO DA TASTIERA

- di Amelia Esposito

Quello che non si può fare è prendersi gioco di un ragazzo di 21 anni. Per il modo in cui si esprime poi, per la sua timidezza e per l’insicurezz­a, ancora meno. E non serve sapere che è dislessico.

Figuriamoc­i offenderlo, insultarlo, come ha fatto puntualiss­ima la pletora di odiatori da tastiera con Sergio Echamanov, il 21enne che il 15 gennaio ha preso la parola durante un raduno di Sardine a San Pietro in Casale. E lo ha fatto nonostante le sue difficoltà a esprimersi, specie in pubblico. Gli unici sentimenti che quelle pause e quella esitazione dovrebbero suscitare sono la tenerezza, per un verso, e l’ammirazion­e, per l’altro. Perché Sergio, proprio per via del suo eloquio incerto, è stato coraggioso a salire su quel palco. E, purtroppo, gli toccherà esserlo ancora di più d’ora in avanti perché non dovrà solamente difendersi dai suoi «inciampi», ma anche dall’ignoranza e dalla cattiveria delle persone che l’hanno offeso e nelle quali (o nei loro simili) potrebbe imbattersi durante il suo lavoro porta a porta. In questi tempi di odio riversato addosso a chi si identifica come «più debole» c’è poco da scherzare. Infatti è stata la Prefettura a consigliar­e a Sergio di fare attenzione durante il suo lavoro, magari di fermarsi per qualche giorno. Consiglio che lui ha accettato. A questo siamo arrivati: i responsabi­li della pubblica sicurezza che devono proteggere un ragazzo la cui sola «avventatez­za» è stata quella di parlare su un palco. Ma se l’odio da tastiera è un drammatico dato di fatto, non risulta che, a oggi, chi in questo caso l’ha ingenerato abbia provato a porvi rimedio. E no, neppure dopo aver appreso che Sergio è dislessico. Non risulta che nei suoi confronti siano arrivate le scuse di chi ha pubblicato quel post. Cioè da chi ha di conseguenz­a — pur senza volerlo, ne siamo certi — messo a rischio la sua incolumità come la Prefettura ritiene. Quel profilo Facebook appartiene a un politico, Matteo Salvini, che si candida a governare questo Paese e dal quale ci si aspettereb­be empatia nei confronti dei ragazzi, specie se con qualche difficoltà.

È assai probabile che quel post non l’abbia scritto lui, ma la sua Bestia. Ma ciò non lo scagiona. Come politico e come padre dovrebbe sentire il dovere di spendere una parola per questo «nemico» ragazzino, dislessico e coraggioso, che a tutti noi ha molto da insegnare.

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