LA DOMENICA DEI LETTORI
Un futuro poco green
Durante un incontro con i candidati alle elezioni regionali, il presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari ha dichiarato che non vorrebbe che i suoi nipoti non vedessero mai la nascita del Passante di Mezzo. Ora, si può comprendere che chi è al timone di una associazione di industriali sia più interessato al business piuttosto che alla crescita delle margherite in un prato, ma proprio in ragione del fatto che la qualità della vita che lasceremo in eredità alle nuove generazioni dipende anche e soprattutto dal nostro operato, a nessun livello dovrebbe mancare la sensibilità per temi vitali come la tutela dell’ ambiente e della salute. Auspicare che in un territorio così degradato come la Pianura Padana, ai primi posti in Europa per smog e inquinamento, si realizzino opere così impattanti per l’ eco-sistema come purtroppo ben rappresenta il Passante di Mezzo (complanare AutostradaTangenziale di 65 metri di asfalto per 13 km all’ interno di un tessuto urbano densamente popolato) non costituisce certo motivo di rassicurazione per un futuro green, per noi e per chi si troverà a dover gestire gravi problemi viari e ambientali, non risolti e amplificati.
Quale sostenibilità?
L’assessore regionale ai trasporti Donini, presenziando al varo della circonvallazione stradale di Minerbio costruita per allontanare i mezzi pesanti dal centro, plaude per questa scelta «sostenibile». Parimenti l’ assessore «del fare», come si autodefinisce, plaude alla sostenibilità del potenziamento del cosiddetto Passante di Mezzo, che già oggi vede transitare i mezzi pesanti di mezza
Europa dentro la città di Bologna. Considerate le due situazioni opposte, se ne ricava che uno dei due plausi è fuori luogo. Su tali tematiche, credo sarebbe tempo che chi gestisce la res publica facesse i conti con le proprie contraddizioni e, vieppiù, con la propria coscienza.
I nuovi bidoni
A Bologna sono stati posizionati