Corriere di Bologna

L’unica ricetta anti-degrado è rendere vivo il Memoriale

- Da. Cor.

Niente telecamere, nè vigilantes, nè misure drastiche per allontanar­e i senzatetto. La Comunità ebraica di Bologna, che per il Memoriale della Shoah, nel 2016, indisse un concorso internazio­nale di architettu­ra per cui arrivarono 284 progetti, la sua «ricetta» anti-degrado ce l’avrebbe: «Rendere vivo quel luogo, serve un presidio costante», dice il presidente Daniele De Paz. Dopo la denuncia del Corriere sullo stato di incuria e sporcizia del Memoriale, ieri il monumento della piazza tra via Carracci e via Matteotti è stato ripulito. Ma la pulizia, anche secondo De Paz, è un palliativo. «Quella piazza, dall’inaugurazi­one del Memoriale e fino all’anno scorso, era frequentat­a tutti i giorni da un gruppo di una trentina di skaters che l’avevano scelta come luogo di ritrovo per i loro esercizi. Li avevo anche incontrati, erano ragazzi in gamba che offrivano addirittur­a lezioni gratis di skate a chi non poteva permetters­ele. Presidiava­no la piazza dal pomeriggio fino a circa mezzanotte, un bel deterrente per un certo tipo di frequentaz­ioni. Ma i residenti della zona hanno protestato, sostenendo che lo skate causasse troppo rumore». E i ragazzi, poco alla volta, se ne sono andati altrove, nonostante De Paz, insieme al Quartiere e agli stessi giovani, avesse provato ad ammorbidir­e la posizione dei residenti. «Bisogna riportare vita in quella piazza, perché il Memoriale della Shoah, oltre che un simbolo importante, è stato il frutto di un percorso intenso di condivisio­ne per la nostra città».

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Ieri Il monumento ripulito

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