La scelta di Sinisa lacera la città
L’endorsement del tecnico per la Lega spiazza e divide i tifosi, l’indifferenza degli ultras
L’endorsement di Mihajlovic per Salvini e la Lega a quattro giorni dalle elezioni, divide la città, rimasta spiazzata dal suo mito. Sui social posizioni contrastanti, ma anche insulti vergognosi, c’è chi gli ricorda la buona sanità che gli ha consentito di curarsi e chi ha ritenuto la sua uscita inopportuna. La politica resta neutrale, gli ultrà indifferenti.
La tempesta dei social, la calma della politica. Ha scatenato un putiferio l’improvviso endorsement di Sinisa Mihajlovic nei confronti di Salvini che i bolognesi hanno scoperto ieri mattina leggendo l’intervista all’allenatore del Bologna sul Resto del Carlino. «Tifo per Matteo Salvini e spero che possa vincere in Emilia-Romagna con Lucia Borgonzoni», aggiungendo fra le altre cose «non la conosco personalmente, ma so che sarà all’altezza». Per Bologna è stato un risveglio spiazzante e inaspettato. Ma si sa, calcio e politica è un mix che crea quasi sempre cortocircuiti, imbarazzi, prese di posizione, commenti quasi mai equilibrati e spesso violenti e di pancia. È stato così anche ieri, con i social scatenati.
Fuori dalla rete però se il club rossoblù ha comprensibilmente taciuto («sono questioni private»), le istituzioni hanno commentato l’uscita di Mihajlovic tenendo i toni bassi e civili. «Sinisa sostiene chi gli pare. L’unica cosa che gli auguro», ha detto il candidato del centrosinistra in Emilia-Romagna, il governatore Stefano Bonaccini, «è di vincere la partita più importante che sta combattendo. Per lui, per la sua famiglia e per tutte le persone che gli vogliono bene. Tra cui c’e’ anche il sottoscritto». Intervista in video di 22” ripostata su twitter dove invece incassa il sostegno di Ivan Zaytsev, nazionale dell’Italvolley. Più puntualizzatrice la dichiarazione del sindaco Virginio Merola: «Il Consiglio comunale ha votato all’unanimità la cittadinanza onoraria a Sinisa. I Consigli comunali della Lega l’hanno negata alla senatrice Segre e hanno negato in alcuni casi che gli studenti potessero andare in visita ai capi di concentramento. Caro Sinisa, questa è la democrazia, benvenuto a Bologna». Cavallerizza invece quella di Matteo Salvini che in una diretta facebook non si limita ad abbracciare Sinisa e la sua famiglia, ma aggiunge «onore al guerriero Sinisa. In rete ci sono squallidi attacchi, minacce di morte ai giornalisti, ironie veramente fuori luogo, sui tumori, sulle leucemie. Neanche di fronte alla guerra e alla battaglia contro la malattia certa gentaglia si ferma».
La rete, già. È lì che in giornata s’è consumata la battaglia. Fra i topic trend della giornata, la news di #mihajlovic ha prodotto ora dopo ora il solito insopportabile rumore d’odio e di sorda contrapposizione di parte. Attenzione però a fare di tutta l’erba un fascio, perché una cosa sono i commentatori rossoblù, altra quella dei bolognesi non tifosi, altra ancora tutti quelli che twittano lontano dal territorio (e dalla sua particolarità). Differenze molto sensibili. La tifoseria, già abituata in passato ad esternazioni politiche dei tecnici rossoblù, per lo più di Renzo Ulivieri, uomo di sinistra dichiarato che quando il suo presidente si candidò come sindaco disse «se votassi qui non voterei lui», ha dibattuto soprattutto sull’opportunità o meno di un coming out politico (su un partito e su un leader e non su temi etici o diritti civili) in un momento così delicato. Pochi insulti da sinistra, molta amarezza (soprattutto per non aver magari aggiunto che comunque in questa regione così amministrata è stato curato bene, a prescindere da colore politico o nazionalità), ma anche consapevolezza del suo essere uomo di destra. In tanti si buttano l’endorsement alle spalle e chiedono solo la vittoria a Ferrara con la Spal. Sintetizzando: il Bologna non conosce altri colori oltre al rosso e al blu, e così i tifosi. Non è il coming out di un allenatore, giocatore o presidente a cambiare il voto a uno stadio (ne sa qualcosa Berlusconi, che fra l’altro ieri Sinisa ha incontrato). Inevitabili anche alcuni toni forti, sempre su social, forum e radio, dei vari schieramenti politici. Ma niente a che vedere con quelli scatenatisi in giro per l’Italia, dove a fronte di alcuni commenti triviali, deliranti e inaccettabili postati da tastiere pro sinistra si è riversata un’onda d’urto molto violenta e generalizzata contro tutti quelli che ieri santificavano Sinisa e che oggi lo vorrebbero cacciato o peggio ancora morto. Un effetto social molto sproporzionato rispetto alla reazione della città.
” Bonaccini Sostiene chi gli pare, gli auguro di vincere la battaglia più importante per lui e per chi gli vuole bene, tra questi anche io
” Merola Il nostro Consiglio ha votato unanime la cittadinanza a Sinisa, quelli della Lega l’hanno negata a Segre, è la democrazia