Il finale di campagna va in Procura
Finisce sui tavoli di due Procure il finale avvelenato di campagna elettorale. A Ferrara l’esposto di +Europa contro il leghista Solaroli, a Bologna l’esposto del sindaco di Jolanda di Savoia, piccolo Comune del Ferrarese, contro Stefano Bonaccini, per presunte ritorsioni legate alle candidature.
È nel piccolo JOLANDA DI SAVOIA Comune di Jolanda di Savoia, che conta tremila anime tra Ferrara e la costa — è il Comune il più basso d’Italia, sotto al livello del mare per oltre tre metri e vocato alla produzione di riso — che si giocano gli ultimi colpi della campagna elettorale che il domenica porterà all’elezione del nuovo governatore.
Arrivandoci in auto il paesaggio è ipnotico: campi lunghissimi, a perdita d’occhio, che solo dopo molti chilometri di verde lasciano intravedere, fra la nebbia lattiginosa, le case basse del paese. Qui il sindaco Paolo Pezzolato, eletto nel 2019 con la Lista Civica «Insieme per Jolanda», ha depositato un esposto alla Procura in cui denuncia che la sua amministrazione avrebbe ricevuto pressioni e ritorsioni da parte di alcuni esponenti del Pd dopo che la sua vicesindaca si è candidata nella lista civica a sostegno di Lucia Borgonzoni. E Jolanda diventa in un attimo l’epicentro politico dell’Emilia Romagna.
In un bar poco distante dal palazzo municipale (ma qui tutto è vicino e tutti sanno tutto) gli avventori, aspettando l’ora del pranzo, discutono e si dividono: «Ha fatto bene il sindaco a fare quello che ha fatto — dice la barista — siamo in democrazia. Tutti i partiti in questi mesi l’anno cercata (Elisa Trombin ndr.) e lei ha fatto la sua scelta». «Sono buoni a nulla, più politici dei politici — argomenta un signore — finalmente si sono tolti la maschera», dice a proposito dell’attuale amministrazione. «Qui fino al 1995 ha amministrato la sinistra, poi sono arrivate le liste civiche
” La vicesindaca Trombin Il 19 dicembre Bonaccini mi ha chiamato per dirmi «se vinco io tu e il tuo Comune siete finiti»
ed è andata sempre peggio. A Jolanda la sinistra è sparita e la Trombin prenderà un sacco di voti», pronostica. Il dibattito continua ed ognuno rimane arroccato sulle proprie posizioni. «La Trombin ha amministrato bene, e se va in Regione ci porterà lì», taglia corto la ragazza dietro il bancone.
Incontriamo Elisa Trombin in municipio alle dodici prima che riparta per andare a ricevere Lucia Borgonzoni che arriverà di lì a poco nel Ferrarese. «Io non entro nel merito dell’episodio ma posso dire per quanto riguarda la mia persona che è reale che ho ricevuto la telefonata del presidente Bonaccini il 19 dicembre (dopo l’ufficializzazione della sua candidatura con la Borgonzoni, ndr) e che la telefonata si è conclusa con l’affermazione “se vinco io, tu e il tuo Comune siete finiti”. Ne sono rimasta sconvolta perché penso che ci si possa scontrare fra avversari politici, ma il mio Comune non deve entrare nella campagna elettorale”». Tutto, però, nascerebbe prima: “Il Presidente aveva chiesto la mia disponibilità a candidarmi nella sua lista civica, io ero in riserva, nel senso che non avevo ancora deciso con chi candidarmi, poi ha chiesto la mia disponibilità anche la Borgonzoni ed ho accettato di entrare in questa sua lista civica».
A precisa domanda sul perché la notizia sia uscita proprio in questi giorni la Trombin risponde smarcandosi: «Questo andrebbe chiesto al sindaco che ha agito con correttezza e senso di responsabilità, ma i contenuti li lascio a lui». Verso le tredici la Borgonzoni da Ferrara arriva a Copparo, la raggiungiamo alla Berco, importante azienda metalmeccanica. Sul contenuto dell’audio è la candidata leghista stessa a insistere perché Bonaccini lo renda pubblico: «Mi aspetto che il presidente dica che si può ascoltare quest’audio perché io l’audio non l’ho sentito — dice a margine dell’incontro con i vertici aziendali — ritengo che Bonaccini debba dire di sì, non è un fatto di cronaca, ma un fatto politico». Tappa successiva del tour, neanche a dirlo, Jolanda di Savoia, accompagnata da Elisa Trombin.