Condanne per gli attivisti di Cua e Crash
Per i fatti del 2013 da 4 mesi a un anno e risarcimenti per 9 mila euro
Nel 2013, durante un corteo, lanciarono uova e petardi a nove agenti della polizia, uno dei quali sbottò. Condanne da 4 mesi a un anno e risarcimenti per 9 mila euro a 5 attivisti del Cua e di Crash.
Condanne da quattro mesi a un anno e risarcimenti per complessivi 9.000 euro per nove poliziotti del VII Reparto Mobile della polizia di Bologna che si erano costituiti parte civile nel processo contro cinque attivisti di Crash e Cua. I fatti riguardavano una manifestazione di collettivi universitari e studenti del 15 febbraio 2013. Un corteo contro banche e Austerity attraversò il centro città che aveva creato qualche tensione, ma senza scontri.
All’altezza di via Santo Stefano 29, dove allora c’era una sede elettorale di Fratelli d’Italia, il cordone di poliziotti in tenuta antisommossa schierato a difendere la sede (chiusa) fu investito da lanci di uova e qualche petardo. Il caposquadra, bersagliato dai lanci, perse le staffe e si lasciò andare a uno sfogo di rabbia e frustrazione davanti alle telecamere, lanciando via il casco: «Non si può lavorare in queste condizioni, basta! Ditelo, fotografatemi in faccia, perché i politici devono saperlo». Uno sfogo che fece il giro del web e di cui si parlò molto nei giorni successivi.
Il questore di allora, Vincenzo Stingone, garantì la professionalità dei suoi uomini e anche il sindaco Virginio Merola richiamò al «rispetto di tutti i lavoratori». Anche quelle immagini sono state allegate agli atti del processo. Due giorni fa il collegio presieduto dal giudice Roberto Giovanni Mazza, e composto dai giudici a latere Nadia Buttelli e Giovanni Cosentino, ha condannato 5 attivisti, tutti tra i 28 e i 30 anni, per tentata lesione personale aggravata (non ci furono feriti), riqualificando il capo d’imputazione da resistenza a pubblico ufficiale, lancio di oggetti e danneggiamento. Quattro imputati, con il riconoscimento delle attenuanti generiche, sono stati condannati a quattro mesi di reclusione con pena sospesa, un quinto a un anno. I poliziotti, rappresentati dai legali Mauro e Giovanni Pacilio, hanno ottenuto un risarcimento di 1.000 euro ciascuno «per il danno sofferto», scrivono i giudici. Una sentenza severa, che ha riconosciuto i danni per gli agenti all’epoca tutti in forze al VII Reparto mobile, il più odiato da collettivi e centri sociali, sempre in prima linea in manifestazioni spesso sfociate con scontri e feriti (ma non quel giorno). L’accusa era rappresentata dal pm Antonello Gustapane. Gli imputati, difesi dall’avvocato Marina Prosperi, dovranno pagare anche 5.000 euro di spese legali.