Ferrara e Jolanda, indagano i pm Bonaccini: «Rispondo ai magistrati»
A Bologna l’inchiesta con l’audio del governatore. E+Europa deposita l’esposto sul caso Solaroli
Esposto contro esposto, veleni contro veleni, su cui ora lavorano le Procure di Ferrara e Bologna. È destinato ad avere uno strascico giudiziario questo finale tossico di campagna elettorale. Nessuna delle due Procure emiliane riuscirà a fare molti passi avanti da qui al voto di domenica, ma intanto un polverone di sospetti e insinuazioni si è alzato a tre giorni dalle urne.
L’esposto che punta a incrinare l’amministrazione leghista ferrarese, depositato ieri dal candidato di +Europa Mario Zamorani con l’avvocato Pasquale Longobucco, avanza due ipotesi di reato nei confronti di Stefano Solaroli. Per il vicecapogruppo leghista, autosospesosi dopo la diffusione di una conversazione registrata in cui ofnuove friva alla consigliera critica Anna Ferraresi un lavoro in cambio delle sue dimissioni dal Consiglio, ipotizza i reati di concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità: entrambi tentati, visto che Ferraresi rifiutò l’offerta. Inoltre si chiede ai pm di verificare l’eventuale coinvolgimento del vicesindaco Lodi e del sindaco Fabbri «quali concorrenti del reato», visto che Solaroli li aveva tirati in ballo nell’audio.
I carabinieri di Bologna, invece, sono al lavoro per approfondire l’esposto del sindaco di Jolanda di Savoia, Paolo Pezzolato. Due giorni fa, mentre la Lega affondava il colpo, i militari hanno sentito il primo cittadino e acquisito alcuni documenti dall’amministrazione del piccolo Comune ferrarese e acquisizioni saranno fatte negli altri Comuni interessati, come Comacchio. Sotto la lente la disponibilità, poi ritirata, al distacco di tre dipendenti dalle amministrazioni limitrofe: un Comune non aveva espresso parere e ha negato il nulla osta alla richiesta di applicazione delle risorse, secondo l’esposto, dopo la sfuriata del governatore Stefano Bonaccini per la candidatura della vicesindaco Elisa Trombin con Lucia Borgonzoni. Un altro Comune ha ritirato l’iniziale assenso, mentre l’ultimo ha anticipato la scadenza del distacco. Pezzolato, assistito dall’avvocato Gabriele Bordoni, ha consegnato anche l’audio di una telefonata del 20 dicembre con Bonaccini, in cui il governatore avrebbe detto che la candidatura di Trombin con Borgonzoni avrebbe fatto sì che succedesse «qualcosa rispetto ai nostri rapporti con voi». L’ipotesi del sindaco è che le parole di Bonaccini anticipassero un «pregiudizio nei confronti della mia amministrazione».
Le amministrazioni dem tirate in ballo respingono le accuse. «La convenzione con noi era scaduta», dice il sindaco di Comacchio Marco Fabbri. Mentre l’Unione Terra e Fiumi, che in «prestito» aveva concesso a
I sindaci dem
Respingono le accuse dei colleghi di Jolanda «La convenzione era scaduta»
Jolanda Di Savoia anche la sorella di Pezzolato, sottolinea come un sindaco della Lega fosse d’accordo con la marcia indietro. Borgonzoni sfida Bonaccini a dare il via libera alla diffusione della telefonata registrata da Pezzolato, ma il governatore non ne ha intenzione: «Discuteremo davanti all’autorità giudiziaria se verremo chiamati». La sfida stasera si sposta a Bibbiano per il comizio Salvini Borgonzoni e la contro-piazza delle Sardine. Il paese sarà blindato: il Comune chiuderà dalle 14 le attività di vari uffici e del centro diurno. Diecimila le persone attese e un dispositivo da 200 uomini per garantire che non ci siano incidenti.