Il quartiere risponde allo show dell’ex ministro scendendo in strada
Domani sera, alle 18, il Pilastro scende in strada in risposta al leader della Lega, Matteo Salvini, e alla sua provocazione elettorale che ha trasmesso in tutta Italia l’immagine negativa che il quartiere sta invece provando a lasciarsi alle spalle.
L’appuntamento è nel giardino Moneta Mitilini Stefanini e, come spiega il presidente del quartiere San Donato, Simone Borsari, è nato spontaneamente da residenti e associazioni che non vogliono essere condannati alla rappresentazione di una zona ostaggio di spaccio e criminalità. Su questo punto è tornato anche il sindaco Virginio Merola, con uno sfogo social che segue il commento a caldo di due sere fa in cui il sindaco aveva definito «vergognoso» quanto accaduto. «Il Pilastro è una zona della nostra città che in questi decenni è cambiata — scrive dunque il primo cittadino —. Chi ci abita lo rivendica con orgoglio. Un orgoglio pilastrino che provo anche io perché in questo posto sono cresciuto e qui torno ogni settimana da mia madre. Ecco, se Salvini avesse suonato al suo campanello, sicuramente non avrebbe ricevuto un’accoglienza calorosa». Merola rivendica quanto la sua amministrazione ha fatto per il Pilastro: «Nessuno ha mai negato l’esistenza di problemi, come il tema di chi viene posto agli arresti domiciliari dalla magistratura nelle abitazioni di edilizia popolare. Di questa questione vorrei discutere presto in Prefettura. È anche per questo motivo che questa amministrazione ha dedicato un’attenzione particolare a questa parte di Bologna destinando 9 milioni di euro del bando periferie».
In questo clima di campagna elettorale si inserisce an
Rapina inventata
Nessuna aggressione in via Deledda: la 15enne si era inventata tutto
che la vicenda raccontata da una 15enne e risultata poi essere una messinscena. La ragazzina aveva denunciato di aver subito un’aggressione per il furto del cellulare proprio in via Deledda: anche Salvini ha citato l’episodio nel suo tour e la madre della giovane è andata in tv a raccontare il grave rischio corso dalla figlia, possibile vittima di qualcosa di peggio. Entrambi però erano ignari del fatto che la 15enne — come ricostruito dalla polizia— avesse costruito ad arte la rapina subita insieme a un amico di 19 anni al quale serviva un telefonino: il cellulare gli era stato regalato dall’amica, che per giustificare la perdita dello smartphone aveva poi architettato la rapina e l’aggressione. I due giovani sono stati denunciati per procurato allarme e simulazione di reato.