«Filigrana»: inediti, affreschi e fotografie Le opere di Arienti, Campanini e Mercuri
Tre artisti in dialogo fra loro e con lo spazio che hanno attraversato, le settecentesche sale di Palazzo Vizzani. Si intitola «Filigrana» la collettiva dell’associazione culturale Alchemilla negli spazi di via Santo Stefano 43, con protagonisti Stefano Arienti, Pierpaolo Campanini, Maurizio Mercuri. Nelle sale dove ha vissuto il cardinale Lambertini, futuro papa Benedetto XIV, gli artisti hanno allestito opere, in gran parte inedite e pensate per quegli ambienti ricchi di affreschi, tessuti e luce, ora in relazione fra loro, ma anche solitarie. Il curatore Fulvio Chimento insiste sulla «memoria di un luogo e della sua anima, la memoria di qualcosa che c’è stata e non c’è più». È un linguaggio metamorfico quello di Stefano Arienti, che raffigura soggetti presi dalla natura e sui quali traccia linee con la macchina per cucire creando una sorta di grandi e leggeri manifesti. È originario di Fabriano, la patria della produzione della filigrana, Maurizio Mercuri e il suo lavoro è ispirato da una potente vena ironica e concettuale (in passato ha collaborato con Cattelan). Opere che spuntano dietro a una porta - una stella realizzata con la polvere delle cantine del palazzo - o sospese sotto un lampadario - un naso magnetico in terracotta appeso a un filo da pesca. Non è solo con la pittura che si esprime il centese Pierpaolo Campanini che presenta anche un intervento su un dipinto di Luca Bertolo: una cornice piena di intrecci, quasi un baldacchino, che riprende gli ornamenti delle sale e sulla quale continuerà a lavorare fino al 7 marzo quando si concluderà la collettiva, inserita all’interno di Art City, la mostra sarà inaugurata domani alle 18. Colazioni mattutine per il pubblico sabato e domenica e visite agli atelier del Palazzo dove stanno operando altri artisti.