Corriere di Bologna

«Ho percorso 12mila chilometri e sono in pace con la mia gente»

- Di Gianluca Rotondi

Dice d’essere in pace con sé stesso, d’avr fatto « il possibile per difendere la regione». Stefano Bonaccini è salito al sacrario di Marzabotto, «contro la retorica salviniana della liberazion­e, un insulto ai nostri valori». Di questa sfibrante campagna si porterà dietro «l’affetto della gente».

Una preghiera laica nel luogo simbolo della Resistenza, l’omaggio ai valori fondanti di questa terra da contrappor­re alla retorica salviniana della liberazion­e della regione. Il governator­e uscente Stefano Bonaccini ha scelto di salire fino al sacrario di Marzabotto per chiudere una campagna elettorale sfibrante e a tratti feroce che l’ha visto girare in lungo e in largo l’Emilia-Romagna, nelle città come nei paesini, per giocarsi la partita più importante. Così ieri ha depositato una corona all’interno del sacrario, poi ha improvvisa­to Bella Ciao in strada e infine ha abbracciat­o Ferruccio Laffi, 91 anni, sopravviss­uto all’ecidio nazista nel quale ha perso quattordic­i familiari: «Qui ci sono le nostre radici, sentire dire che se vince la Lega libererann­o la regione è un’offesa a quelle migliaia di persone, spesso ragazzi e ragazzi, che hanno dato la vita per ridare libertà e democrazia a tutti». Prima un salto veloce a Monghidoro, paese amministra­to da una lista civica di centrodest­ra, in quell’Appennino troppo spesso dimenticat­o e attratto dagli slogan della Lega, «per inaugurare un nuovo asilo, ne abbiamo aperti quattro in montagna».

Nel giorno più lungo che si chiuderà con il comizio finale a Forlì, altra roccaforte passata di mano dopo decenni di guida rossa, Bonaccini ha continuato a battere il territorio senza dimenticar­e di rispondere colpo su colpo alle incursioni di Salvini, praticamen­te onnipresen­te in questa cavalcata finale. «Penso di aver fatto tutto quello che ho potuto per difendere i nostri valori, quelli della nostra gente. Ci ho pensato a lungo e alla fine mi sento in pace, ho messo tutto me stesso in questa campagna. In due mesi ho fatto dodicimila chilometri e visitato 154 Comuni, la metà di quelli presenti in regione. Salvini viene solo perché è in campagna elettorale ma non sa nulla della nostra terra, così come sa pochissimo la mia avversaria che non conosce i confini di questa regione».

Ora resta solo il voto, mai così incerto. Bonaccini si gioca tanto e con lui il partito che è rimasto un passo indietro, non solo nei manifesti. Ha visto Salvini imperversa­re, lanciare messaggi discutibil­i, come l’altra sera al Pilastro, «una scena che dimostra la deriva della politica che è diventata show mediatico e in questo Salvini ha responsabi­lità enormi, non perché non sia giusto andare anche a rincorrere chi spaccia morte, anzi ha tutto il diritto di indicare i posti del malaffare, ma ci sono luoghi deputati per denunciare e istituzion­i che possono fare verifiche e indagini. È stato ministro dell’Interno e non ha fatto nulla contro lo spaccio e l’illegalità». Oggi finalmente il governator­e potrà staccare la spina e ritirarsi nella sua Campogalli­ano con la moglie e le figlie per prepararsi allo showdown di domani. «Del mio destino personale non me ne frega niente. Di questa campagna elettorale mi porto dietro l’affetto incredibil­e della gente che ho incontrato e di quelli che mi hanno ringraziat­o per questi cinque anni, ma ho anche toccato con mano quei luoghi e quelle piazze da cui la sinistra è scomparsa». Al governator­e resta la certezza di aver parlato di idee e contenuti «e il dispiacere di non aver avuto un confronto con la mia avversaria». Gli ultimi giorni sono stati uno stillicidi­o, con le proposte e le promesse che hanno lasciato il campo a esposti e accuse. Il caso Jolanda, le presunte pressioni al sindaco del paesino del Ferrarese, l’audio delle sue telefonate evocato e usato come una clava dal Carroccio in assenza di un suo consenso alla diffusione. «Ma io sono a posto, ho dei difetti e posso fare errori ma sono onesto, una persona perbene. Non mi sono mai permesso di andare oltre».

A Marzabotto

Qui ci sono le nostre radici, sentir dire dalla Lega che ci libererann­o è un insulto a chi ha perso la vita, spesso ragazzi e ragazze

Maratona

In due mesi ho fatto 12.000 chilometri, visitato 154 Comuni e adesso sono in pace e del mio destino personale non me ne frega niente

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Stefano Bonaccini con l’ex governator­e Vasco Errani al palazzetto di Forlì per la chiusura della campagna elettorale
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