Ferrara, scintille tra Stefano e «Naomo»
Il leghista Lodi: «Sparateci per fermarci o vi faremo male». Ira del candidato dem
Ultime scintille prima del silenzio elettorale di oggi e del voto di domani tra Stefano Bonaccini e la Lega. E ancora una volta è Ferrara la terra di scontro.
«L’Emilia-Romagna non può finire in queste mani», ha scritto ieri su Facebook il governatore uscente Stefano Bonaccini, che sui social rilancia il video del vicesindaco leghista di Ferrara, Nicola «Naomo» Lodi. L’esponente del Carroccio, in una diretta Facebook dei giorni scorsi, si era rivolto con toni minacciosi sia ai suoi avversari politici sia ai giornalisti di Piazzapulita, che hanno portato alla luce il caso di Stefano Solaroli, il vicecapogruppo della Lega in Consiglio comunale a Ferrara che ha proposto alla collega Anna Ferraresi un posto di lavoro in Comune in cambio delle dimissioni da consigliera e che ora si è autosospeso. «Vi colpirò forte politicamente. Vi farò male — alcune delle frasi pronunciate da Lodi nel video messaggio — vi faremo un culo così, per fermarci dovrete solo spararci. Da lunedì sparirete». Ma Bonaccini non ci sta e attacca: «Questo è il vicesindaco leghista di Ferrara — scrive il governatore — ci spiega l’obiettivo che hanno per la Regione, col voto di domenica. L’Emilia-Romagna non è così e non è così la maggior parte degli elettori di sinistra e di destra. Hanno promesso che si “prenderanno” la Regione, ma l’Emilia-Romagna appartiene a tutti i suoi cittadini. E non può finire in queste mani. Manca poco al voto di domenica, aiutatemi a vincere e dimostriamo insieme che noi emiliano-romagnoli non siamo così», l’appello finale.
Ferrara, conquistata dalla Lega alle ultime elezioni amministrative con uno storico ribaltone, continua dunque ad alimentare lo scontro, dal già citato caso Solaroli al caso Jolanda di Savoia, con Bonaccini accusato dalla Lega di avere tentato di intimidire politicamente la vicesindaco del piccolo comune perché in lista con Lucia Borgonzoni.
Sul caso, è intervenuta ieri anche Giorgia Meloni, a Bologna prima di raggiungere Ravenna pe rla chiusura della campagna elettorale del centrodestra unito: «Il caso Jolanda di Savoia è una vicenda vergognosa. Credo che racconti la gestione del potere da parte di Stefano Bonaccini e della sinistra che pensano che le istituzioni gli appartengano».