L’urlo del Pilastro contro Salvini
Cinquecento persone per riabilitare l’immagine del quartiere dopo il «caso citofono» Al raduno anche il 17enne tunisino additato dall’ex ministro: ora mi chiamano spacciatore
Orgoglio e dignità. Di un quartiere «offeso», che chiede di non essere più «raccontato da chi non lo conosce». «Lottiamo ogni giorno, non siamo in mano alla criminalità, lo Stato è presente. Basta odio, non abbiamo bisogno di qualcuno che ci liberi». Ha risposto così la gente del Pilastro, oltre cinquecento persone, alla citofonata del leader della Lega, Matteo Salvini. Yassin, c’è anche lui, il 17 enne a cui ha chiesto se spacciasse. Ringrazia per l’affetto ma non nasconde il peso. «Ero per tutti Yassin “la cartola”, adesso sono Yassin lo spacciatore. È stata una dura botta». La scuola, il calcio e la convocazione nella Nazionale under 16, un figlio in arrivo. «Deve diventare padre, non farebbe mai quelle cose» sostiene la compagna, tra poco maggiorenne, al quinto mese di gravidanza. «È un bravissimo ragazzo». Lo dice sottobraccio alla madre di Yassin, rientrata dalla Tunisia con l’annuncio. «Abbiamo denunciato per diffamazione Salvini e la signora che l’ha portato sotto casa. A Yassin è crollato il mondo addosso. Felici della manifestazione, anche se ha avuto più solidarietà dal governo tunisino che da quello italiano».Attorno gli amici. Vanno a scuola o giocano a calcio insieme. «Non se lo merita, il peso di questa vicenda lo sente tutto, hanno commentato anche personaggi famosi», e citano Fedez e Ghali, idoli rap di tanta gioventù. «La droga è ovunque non solo al Pilastro, una cosa brutta». Con Yassin non c’entra niente, sottolineano. «Non ci sopporta perché giochiamo a calcio». Riferimento ad Anna Rita Biagini, la donna che ha portato Salvini al citofono. Che ha rivelato di essere stata chiamata martedì stesso da un maresciallo dei carabinieri, per avvisarla di un imminente contatto con un collaboratore del leghista. L’Arma verificherà se il contatto c’è stato, chi è il maresciallo tirato in ballo e a quale titolo abbia sentito la signora. Un girotondo di danza, poi parlano associazioni e residenti. Simone Spataro, presidente del Circolo La Fattoria racconta «una periferia che tutti i giorni si batte per migliorare la qualità della vita». Il presidente di quartiere, Simone Borsari, rivendica la «capacità di unirsi. Chiediamo di rispettarci ». «Uno che dice di voler difendere la mia sicurezza e poi non omaggia chi è morto per la sicurezza» Maurizio attacca per il mancato omaggio alla lapide dei carabinieri uccisi dalla Uno Bianca.
Il giallo della «talpa»
Verifiche sull’autore della chiamata che avvisò del tour di Salvini, forse dell’Arma
Angelo ha 85 anni, 42 da pilastrino. «Doveva andare alla questura e denunciare. Gente come me, che ha sudato e suda, non accetta questi show». Se Pierluigi Stefanini, presidente del Gruppo Unipol, dice di esserci «da privato cittadino», molto presente è il centrosinistra, e ci sono anche molti candidati alle elezioni regionali. Parla il sindaco, Virginio Merola. «Il Pilastro è il futuro, basta fare politica in questo modo brutale e indegno» dice, prima di essere contestato.
Sciacalli, siete come la Lega» urlano tre ragazzi.
«Questi, che fanno le occupazioni con Xm 24, non hanno capito dove sta il nemico, che serve unità, sono i Tafazzi della sinistra, speculari a chi viene a citofonare». Più o meno il senso del duro battibecco, faccia a faccia, tra l’assessore Lepore e i contestatori.