Prematuro grave I genitori non lo riconoscono: viene adottato
Procreazione assistita all’estero, poi il dramma e la scelta coraggiosa di un’altra famiglia
Ha pochi mesi, fragile e fortissimo lotta per la vita in una struttura ospedaliera dell’Emilia Romagna. Nato prematuro e con molti problemi. I suoi genitori, dopo essere ricorsi alla procreazione assistita, non se la sono sentita di riconoscerlo. Ma ora Matteo può contare sull’amore dei genitori adottivi che grazie a un protocollo del Tribunale dei minori lo hanno fortemente voluto. Il piccolo è ancora ricoverato in ospedale.
Lo volevano a tutti i costi. L’amore e il desiderio di diventare genitori più forti di tutte le difficoltà. Un caso come tanti: una gravidanza che non arriva mai, la decisione di una facoltosa coppia di ricorrere alla medicina, il percorso di procreazione assistita come soluzione. La grande gioia di un figlio appena nato si trasforma però all’improvviso nel dramma di un’esistenza fragile, appesa a un filo. Marco, nome di fantasia per una piccola vita che da mesi lotta in una struttura ospedaliera emiliano-romagnola, arriva troppo presto. Fortemente prematuro, rischia di non farcela. O comunque di restare segnato da una disabilità invalidante. Mamma e papà si guardano negli occhi. Non se la sentono. Nei dieci giorni previsti dalla legge si spogliano del loro ruolo, decidono di non riconoscerlo, di fatto lo abbandonano in ospedale in un travaglio emotivo impossibile solo da immaginare, figurarsi giudicare.
La forza che manca da una parte, diventa travolgente da un’altra: il Tribunale per i minorenni e i servizi sociali individuano un’altra coppia. I due genitori adottivi sanno che sarà tutto molto difficile. Nella loro situazione, molto diversa dall’altra coppia, anche far quadrare i conti economici. Ma sentono di esserci già, per lui. Impossibile, di nuovo, demarcare a distanza la linea tra l’amore puro e il più prosaico desiderio di un possesso genitoriale. Tra la volontà che manca a chi era disposto a tutto, e l’istinto più forte del resto. E’ questo che ne fa un caso ancora più delicato, ma tutt’altro che raro, rispetto ai tanti gestiti dal Tribunale per i Minorenni dell’Emilia Romagna, insieme ai servizi sociali e ai centri per le famiglie sul territorio, che svolgono un lungo e approfondito corso preparatorio, avvalendosi del comparto sanitario e dello sforzo della legislazione regionale.
Grazie a questo lavoro di rete, necessario per l’individuazione di un’altra coppia consapevole e preparata, la lotta di Marco continua supportata dall’amore. «Quando si tratta di avere un bambino tutti sono disposti a fare follie», dice raggiunto al telefono Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale per i Minorenni dell’Emilia Romagna, senza voler entrare nel caso specifico. «A volte — sostiene parlando in generale
Il Tribunale dei minori e i servizi hanno attivato il protocollo per bimbi con bisogni speciali
— vanno addirittura all’estero per effettuare percorsi non consentiti dalla normativa italiana, ma quando il bambino non è come lo si desidera e ha seri problemi sanitari, non tutti se la sentono e sono disposti a crescerlo. Il mio compito e quello dei miei colleghi è esclusivamente, insieme alla rete degli operatori minorili, di prodigarci per individuare una nuova famiglia a questi bimbi così sfortunati. Ed è invece una fortuna che esistano persone stupende, disposte a sacrificare la propria vita per solidarietà e puro altruismo. Per dedicarsi e donarsi agli altri».
Da anni Spadaro si batte per aggiornare e arricchire i protocolli di fronte a casi sempre più frequenti. Il numero dei neonati abbandonati nei primi dieci giorni di vita sta infatti crescendo esponenzialmente. Bambini “special needs”, con bisogni speciali che trovano casa e amore anche per merito di un sistema finito con fin troppa veemenza nelle cronache, e che si dimostra ben funzionante. Marco intanto lotta come un leoncino, è in pericolo ma straordinariamente aggrappato alla vita. Solo l’impazienza dei genitori, che non vedono l’ora di abbracciarlo, ha la stessa intensità della sua forza.
” Spadaro È una fortuna che esistano persone stupende pronte a sacrificarsi pur di dedicarsi agli altri