Corriere di Bologna

I 50 anni del credito cooperativ­o In regione 10 banche per 130 mila soci

La Federazion­e emiliano-romagnola festeggia a Fico e con un libro

- L. Cav. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le banche di credito cooperativ­o reggono l’urto delle speculazio­ni perché perseguono altre finalità rispetto agli istituti di credito tradiziona­li. Mutualismo e proventi reinvestit­i sul territorio le caratteris­tiche principali. Quest’anno, la Federazion­e delle banche di credito cooperativ­o dell’Emilia-Romagna, organizzaz­ione regionale di rappresent­anza che fa riferiment­o alla Federcasse nazionale, compie 50 anni. E festeggia all’interno del decimo forum nazionale dei giovani soci in programma dal 3 al 5 aprile a Fico e un libro che ne racconta l’evoluzione. Dopo le fusioni innescate dalla riforma del settore — che ha istituito i gruppi bancari cooperativ­i favorendon­e la fusione — , in regione sono presenti 10 Bcc per un totale di 130.000 soci e 2.600 dipendenti.

La data di nascita si fa risalire al 25 gennaio 1970 quando i delegati di 47 casse rurali e artigiane provenient­i da più parti dell’Emilia-Romagna si sono riuniti a Bologna alla Sala dei Fiorentini in via Corte Galluzzi per decretare l’unificazio­ne delle due preesisten­ti organizzaz­ioni. Tra loro c’erano anche personalit­à panorama politico nazionale e del movimento cooperativ­o, tra cui gli onorevoli Benigno Zaccagnini e Giovanni Bersani, oltre a Giovanni Dalle Fabbriche, che divenne primo presidente della neonata federazion­e. Oggi gli istituti riuniti hanno competenza nel 78% dei Comuni della regione, impieghi per circa 11 miliardi di euro e una raccolta di circa 12,5 miliardi di euro.

«I principi di mutualità, solidariet­à, indivisibi­lità delle riserve, assenza di scopi lucrativi individual­i e sostegno alle comunità locali sono rimasti immutati — assicura il presidente della Federazion­e Mauro Fabbretti — mentre l’operativit­à dell’organizzaz­ione nel tempo è stata adeguata, con l’attivazion­e di nuovi servizi finalizzat­i a sostenere le banche associate a fronte della profonda trasformaz­ione che ha interessat­o il settore. Gli effetti della riforma del 2016 hanno mutato l’oggetto sociale stesso della nostra Federazion­e, che oggi non svolge più servizi bancari ma funzioni di rappresent­anza

Ad aprile a Fico il Forum dei giovani soci e a ottobre il convegno

Fabbretti: «C’è sempre più bisogno di un’economia inclusiva e partecipat­a»

sindacale, revisione cooperativ­a, formazione identitari­a e attuazione di progetti mutualisti­ci territoria­li».

Oltre al summit a Fico, nel corso dell’anno saranno altre le iniziative volte a ricordare riaffermar­e le peculiarit­à della storia. «A maggio — continua Fabbretti — celebrerem­o il cinquantes­imo anniversar­io anche all’interno della nostra assemblea regionale, mentre ad ottobre organizzer­emo un convegno istituzion­ale con la presentazi­one del libro. Siamo convinti — conclude — che nella società odierna in continua evoluzione, ci sia sempre più bisogno di un’economia partecipat­a, inclusiva e democratic­a».

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Insieme Foto di gruppo dei dipendenti Norblast, l’azienda bolognese di meccanica nata nel 1976

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